PADOVA. “Noi prendiamo appena 3 centesimi per litro ma i litri sono diventati tra il 30 ed il 40% in meno”. La denuncia arriva dai benzinai dell’Ascom di Padova: complice l’aumento vertiginoso dei prezzi alla pompa (i 2 euro per litro sono stati superati di slancio) , gli automobilisti stanno cambiando abitudini: se si escludono le categorie che necessariamente devono usare l’auto per lavoro, per tutti gli altri le priorità sono cambiate: si usano di più i mezzi pubblici, se le distanze non sono proibitive si fa il tragitto a piedi e non è poi un caso se si usano di più le biciclette (magari con pedalata assistita) ed i monopattini.
“Veniamo da due anni di vecche magre – spiega il rappresentante di Ascom Figisc Antonio Belluco – per cui ci si aspettava che, con la ripresa delle attività, riprendessero anche gli spostamenti. Invece, a causa dei prezzi, ci siamo incamminati per un sentiero pericoloso per la sopravvivenza delle nostre attività: se infatti siamo in presenza di meno carburante venduto ciò non significa che noi, dati i costi, non si sia costretti ad esborsi maggiori per riempire le nostre cisterne”.
E sì che sembrava che l’iniziale provvedimento del governo sulle accise avesse, in qualche misura, rimesso un po’ le cose a posto. A maggio, infatti, si era registrato un +16% di traffico sulle strade e autostrade (pur sempre rispetto al 2021 che non si può dire sia stato un anno straordinario), poi di nuovo l’indietro tutta.
C’è poi la questione dello smart working. “Meno che durante i mesi bui della pandemia – aggiunge il presidente dei benzinai dell’Ascom Figisc Confcommercio di Padova – ma una quota di operatori ha continuato a rimanere lontana dall’ufficio. Questo ha significato meno spostamenti ma direi di più: è stato proprio il costo dei carburanti, laddove a qualcuno è stata offerta l’opzione “puoi scegliere: o casa o ufficio” a far pendere l’ago della bilancia nei confronti della scelta domiciliare”.
Insomma, una serie di concause sta alla base della contrazione dei consumi di carburante. “E noi – conclude Belluco – siamo tra l’incudine delle compagnie petrolifere ed il martello di qualche cliente che pensa che di quei 2 euro e passa che deve sborsare per un litro di verde o di diesel, la gran parte finisca nelle nostre tasche quando invece sono sempre quei fatidici 3 centesimi a remunerare un lavoro che, credetemi, si fa sempre più difficile”.
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