In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Padova, Giordani verso la presidenza della Provincia. L’intesa per realizzare la Grande Padova

Il primo cittadino sta pensando a un impegno sovracomunale nell’ottica delle grandi opere come tram e nuovo ospedale

Claudio Malfitano
2 minuti di lettura

Il sindaco Sergio Giordani

 

PADOVA. Sergio Giordani “pigliatutto” va verso la presidenza della Provincia. Non per ambizione personale ma per governare Padova con una prospettiva metropolitana, che coinvolga anche i Comuni della cintura e di tutto il territorio euganeo.

È questa la prospettiva di cui si sta discutendo a Palazzo Moroni in questi giorni (oltre ovviamente alla composizione della prossima giunta). Da lunedì scorso al posto del “decaduto” Fabio Bui (tornato con un ruolo dirigenziale al suo lavoro all’Usl) c’è il vicepresidente reggente Vincenzo Gottardo, che porterà avanti l’ordinaria amministrazione. A settembre gli amministratori di tutta la provincia torneranno al voto per il nuovo presidente.

IL VOTO PER LA PROVINCIA

L’ente di secondo livello, dopo essere stato svuotato della rappresentatività elettiva diretta e di gran parte delle competenze, negli ultimi anni è tornato ad acquisire importanza e di conseguenza anche denaro. L’elezione del presidente è però tutta politica perché al voto vanno solo sindaci e consiglieri comunali dei 102 municipi del territorio.

Con un meccanismo di voti “pesati” a seconda della grandezza del Comune: il voto di consigliere comunale di Padova vale 691 punti, mentre la preferenza di un consigliere di un piccolo comune tipo Arquà Petrarca ha un peso di 20 punti. I 32 eletti a Palazzo Moroni quindi rappresentano il 22% del voto complessivo. E con le elezioni di domenica scorsa Giordani può contare su una agguerrita pattuglia di fedelissimi visto che 10 sono i consiglieri Pd e 7 quelli della sua civica. Si è molto ridimensionata infatti la rappresentanza di Coalizione civica che di solito non partecipa al voto per la Provincia. Anche negli altri 17 Comuni in cui si è votato domenica non ci sono stati grossi sconvolgimenti degli equilibri politici, tolte Conselve e Merlara che sono passate a delle civiche orientate verso il centro destra.

IL PATTO TRA PARTITI

C’è poi un patto a livello regionale, siglato ancora nel 2018, tra tutti i partiti: il presidente della Provincia rispecchia il colore politico del capoluogo. Ragion per cui a Palazzo Santo Stefano dovrebbe sedere un esponente del centrosinistra. Da questo punto di vista quindi ci sono tre possibilità per il nuovo presidente: la prima è direttamente Sergio Giordani, l’alternativa è un altro sindaco civico di centrosinistra, oppure infine un civico centrista che possa essere garante del patto tra tutti i sindaci del territorio.

Mancano circa due mesi all’elezione del nuovo presidente. C’è tutto il tempo per discutere, confrontarsi e tessere alleanze. Ma è innegabile che dopo il trionfo di Giordani alle amministrative se ne inizia a parlare.

IL SINDACO PRESIDENTE

D’altronde che il sindaco del Comune capoluogo sia anche presidente della Provincia non sarebbe una novità. Lo è di fatto Luigi Brugnaro che guida la città metropolitana di Venezia, ma anche Francesco Rucco, primo cittadino di Vicenza è allo stesso momento presidente della Provincia.

L’ipotesi Giordani presidente servirebbe a portare avanti il modello vincente dell’amministrazione di Palazzo Moroni, fatto di collaborazione e nessuna polemica. Ma anche per la necessità di uno sguardo sovracomunale sui grandi progetti: il tram finanziato con i soldi del Pnrr, ed anche il nuovo ospedale che servirà tutta l’area metropolitana e per cui serviranno interventi importanti di viabilità, come il raddoppio della nuova Statale del Santo.

I commenti dei lettori