Lutto ad Anguillara, Dino muore a 46 anni: nell’epigrafe l’amore per la sua Juventus
L’uomo ha accusato un malore giovedì scorso nella sua casa di Borgoforte: i familiari lo hanno trovato a terra, in bagno, e hanno subito chiamato i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare
Nicola Stievano
ANGUILLARA VENETA. Sorpresa e dolore per la morte improvvisa di Dino Capuzzo, 46 anni. L’uomo ha accusato un malore giovedì scorso nella sua casa di Borgoforte: i familiari lo hanno trovato a terra, in bagno, e hanno subito chiamato i soccorsi.
Nonostante le cure prestate dal personale sanitario del Suem 118 e la corsa all’ospedale di Schiavonia, per Dino non c’è stato nulla da fare. Le persone vicine alla famiglia riferiscono che l’uomo sarebbe stato colpito da un’emorragia cerebrale. Dino lascia la mamma Giustina e il papà Luigi, con i quali viveva nella sua casa a Borgoforte, le sorelle Lucia e Michela e i due nipoti.
La notizia della sua improvvisa scomparsa ha fatto subito il giro della frazione in riva all’Adige e dell’interno paese, suscitando profonda commozione. Capuzzo era un volto noto ad Anguillara, soffriva fin dalla nascita di una patologia al sangue che non gli aveva permesso di trovarsi un’occupazione stabile. Questo non gli aveva comunque impedito di costruire relazioni sociali e avere molti amici. Frequentava in particolare il bar di Prejon e uno dei principali argomenti era il calcio.
Era un appassionato tifoso della Juventus, al punto che i familiari hanno scelto di personalizzare l’epigrafe, affiancando alla foto di Dino la bandiera della Juve. Il funerale sarà celebrato domani alle 15.30 nella chiesa di Borgoforte, quindi al termine il corteo funebre raggiungerà il cimitero di Conselve per la tumulazione e l’estremo saluto. Stasera alle 20 sempre nella chiesa di Borgoforte sarà recitato il rosario in suffragio.
Fra i tanti messaggi di cordoglio e i commossi ricordi del 46enne c’è quello del sindaco Alessandra Buoso: «Dino nei miei ricordi di ragazza è sempre stata una persona meravigliosa. Ha affrontato tutte le avversità e le prove che la vita gli ha riservato con forza e con il sorriso, senza mai piangersi addosso né arrendersi. Avevamo frequentato insieme la scuola media, poi la vita ci ha riservato percorsi diversi. Ma ogni volta che ci si incontrava era come se non ci fossimo mai persi, ci salutavamo sempre con il sorriso. Alla famiglia va tutta la mia vicinanza».
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