Per 22 anni è stata la custode del Castello di Monselice: è morta Avalda, la gatta amata dai turisti
Avalda, la gatta dal pelo lungo e grigio e dagli occhi verdi e penetranti, uno dei simboli di Monselice, è morta pochi giorni fa
Giada Zandonà
MONSELICE. Portava il nome di un fantasma e con il suo sguardo magnetico e un portamento maestoso per 22 anni è stata la custode del Castello di Monselice. Avalda, la gatta dal pelo lungo e grigio e dagli occhi verdi e penetranti, uno dei simboli di Monselice, si è spenta nel pomeriggio di giovedì. Dopo molti anni di onorato servizio, ora Avalda si trova nel “ponte arcobaleno”, il paradiso degli animali: «Sono certo che anche lì si farà rispettare, come ha sempre fatto con tutti gli altri gatti», racconta Emanuele Manin, storico custode del Castello di Monselice, che si è preso cura dell’animale sin dai primi mesi di vita.
Avalda era arrivata a Monselice nel 2000, dopo che una guida del Castello l’aveva trovata sul ciglio della strada a Conselve: «In un primo momento non volevo che restasse qui, ma appena l’ho presa in braccio è diventata parte della nostra squadra» continua Manin «Supervisionava le visite guidate, accoglieva i visitatori, partecipava ai matrimoni, faceva divertire i bambini e si faceva fare le coccole da chiunque entrasse.
Non aveva timore di nulla: un carattere fiero, e anche per questo avevamo deciso di chiamarla con il nome di un fantasma del Castello».
Ogni visitatore e turista che si recava in visita al complesso medievale la vedeva gironzolare per il giardino e restava affascinato dal suo sguardo e dal pelo lungo dovuto all’incrocio tra le razze persiano e certosino. Era una delle “attrazioni” più fotografate della città e tutti i monselicensi erano molto affezionati a lei.
Per Manin la gatta era più che una semplice presenza: «È stata la nostra mascotte, con le sue fusa era un sostegno nei momenti difficili ed era anche fonte di tante risate. Come la volta in cui per difendere i suoi cuccioli stava per attaccare un pastore tedesco, ma l’abbiamo fermata in tempo. E poi si metteva in posa per farsi fotografare, era molto vanitosa» continua Manin «Sono molto triste, mi consola però pensare che ha vissuto una vita lunga e meravigliosa».
Un pezzetto di storia del Castello di Monselice se ne è andato con Avalda, il suo ricordo però resterà sempre vivo nei cuori delle tante persone che hanno conosciuto le sue fusa e il suo girovagare misterioso nel maniero.
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