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Usl 6, ora è caos certificati di esenzione: inviate migliaia di lettere sbagliate nel Padovano

La denuncia di Tutta Nostra la Città: «È così che l’Euganea ha messo in sicurezza gli assistiti dopo l’attacco hacker?»

Simonetta Zanetti
2 minuti di lettura

PADOVA. Nuova fuga di dati sensibili dai database dell’Usl 6 Euganea. Giovedì, infatti, migliaia di padovani si sono visti recapitare le lettere di esenzione destinate ad altri pazienti. A denunciarlo sono gli esponenti della lista civica Tutta Nostra la Città: «Centinaia di residenti di Padova e provincia si sono visti recapitare esenzioni per reddito intestate ad altri utenti del servizio sanitario dell’Euganea» sostiene il candidato sindaco Luca Lendaro «come se il sistema le avesse “mescolate” in modo caotico».

In realtà, stando ai meglio informati si tratta di diverse migliaia di lettere inviate su tutto il territorio: all’origine del pasticcio ci sarebbe il disallineamento dei dati sulle liste degli aventi diritto.

A quanto risulta – trovando conferma nelle segnalazioni raccolte dagli attivisti del movimento Tutta Nostra la Città – i dati riguardano le esenzioni di tipologia 7R2, ovvero relative a età – inferiore ai 6 anni o superiore ai 65 – e al reddito, ovvero i cittadini con entrate complessive lorde non superiori ai 36.151,98 euro nel nucleo familiare.

«Non è però escluso che il problema possa riguardare anche altre esenzioni» ipotizzano gli esponenti del movimento. «Dopo l’attacco hacker di questo inverno e nonostante le rassicurazioni da parte della dirigenza dell’Euganea, il problema della sicurezza dei dati sensibili di migliaia di utenti sembra non trovare fine» sostiene Lendaro «di fronte al verificarsi di un fatto del genere ci sembra che l’Usl 6 non abbia messo al centro la sicurezza dei dati degli assistiti. Quindi domandiamo: cosa è stato fatto per mettere in sicurezza i sistemi informatici del sistema sanitario?» chiede il candidato sindaco della lista Tutta Nostra la Città che ha già ricevuto l’appoggio di Solidarietà Ambiente Lavoro.

«Dopo il gravissimo attacco sferrato dagli hacker lo scorso inverno ci era stato garantito che il problema della sicurezza e del trattamento dei dati sensibili dei padovani era stato risolto, ma a quanto pare i tagli alla sanità nazionale e regionale e la gestione superficiale continuano a colpire non solo le prestazioni, ma anche la sicurezza dei dati sensibili di centinaia di migliaia di utenti».

Tutta Nostra la Città si rivolge quindi direttamente al direttore generale dell’Euganea, Paolo Fortuna: «Abbiamo a che fare con altri strascichi del recente attacco informatico?» domandano. E ancora: «Cosa è stato fatto per mettere in sicurezza i dati dei cittadini? Quali sono i costi a carico della collettività per questa continua mancanza di sicurezza informatica, considerate anche le multe che ancora una volta arriveranno dal Garante della Privacy?» chiedono sollecitando un’immediata risposta. «Questa sarebbe una sanità pubblica d’eccellenza? È una vergogna!» concludono.

Stringato il commento dell’Euganea: «Gli uffici stanno compiendo delle verifiche per ricostruire l’accaduto; qualunque cosa sia successa, l’azienda, a tutela dei soggetti interessati, garantisce chiarezza sui fatti accaduti entro le prossime ore».

Pur per motivi diversi, si tratta della terza volta in pochi mesi in cui avviene una fuga di dati sanitari – e pertanto sensibili – dal sistema dell’Usl 6: il primo risale ai primi di dicembre, con l’attacco hacker che ha messo sotto scacco il sistema informatico paralizzando la gestione di dati e prestazioni. I pirati informatici avevano chiesto un riscatto per non diffondere gli oltre 9 mila dati sensibili su cui avevano messo le mani durante l’attacco. Minaccia cui era stato dato seguito il 15 gennaio a fronte al rifiuto dell’azienda sociosanitaria di assecondare le richieste dei cyber criminali.

Quindi, ai primi di febbraio, era stata la volta dei certificati, con l’invio via mail di circa 600 esiti di tamponi positivi con le intestazioni sbagliate. Ma quanto accaduto ieri è destinato a superare, per diffusione, i due avvenimenti precedenti.

Dall’attacco hacker l’Usl ha investito ben oltre un milione di euro per la sicurezza informatica. Resta tuttavia un problema: l’information technology dell’Euganea, che gestisce i dati di quasi un milione di assistiti, è ancora una struttura semplice.

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