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«Morti per tumore, a Piazzola media più alta». L’Università chiede nuove indagini

L’Ateneo di Padova presenta al “Rolando da Piazzola” uno studio sulla mortalità nel territorio comunale

Paola Pilotto
2 minuti di lettura
Il giardino del Rolando “vietato” 

CITTADELLA. «Cosa si può fare se ogni giorno, per cinque anni, devi andare in una scuola che è stata costruita su una discarica di rifiuti tossici?». A chiederselo, anche in modo provocatorio, è l’Università di Padova che, su commissione dell’Istituto superiore Rolando, ha eseguito uno studio sulla mortalità per patologie tumorali a Piazzola sul Brenta per gli anni 2003-2018. Questi gli esiti: nel Comune è più alta la possibilità, rispetto al resto della provincia, di morire per tumore.

Una circostanza che può non essere legata necessariamente alla presenza di una vasta area contaminata – quella scoperta due anni fa accanto al Rolando – ma che va seriamente approfondita. Lo dice la stessa Università: «È opportuno approfondire con ulteriori indagini epidemiologiche i potenziali eccessi registrati da questo studio».

I veleni emersi nello scavo 

LA RICERCA

La ricerca verrà presentata stamattina nella sede di via Dante a studenti, genitori ed istituzioni locali dai consulenti del dirigente scolastico Gian Paolo Bustreo, Sara Campanella, Franco Sarto con l’epidemiologo Annibale Biggeri dell’Università patavina. Sarà una giornata “partecipata” di comprensione della situazione, delle cause storiche e del rischio, nel segno dell’approccio partecipativo “Citizen science” finché le autorità competenti non prendono una decisione in merito. I risultati dello studio, svolto in collaborazione con la sezione Istat dell’Istituto Superiore di Sanità, non sono per nulla entusiasmanti. Rispetto allo standard provinciale, i decessi per tumore a Piazzola sono più alti: 523 contro i 498. Non è un eccesso esorbitante, ma un numero che deve far riflettere e indurre a ulteriori indagini e approfondimenti.

LA GIORNATA

Questa mattina sarà quindi dedicata al dialogo e all’informazione. Dalle 8 alle 13.50, alcuni docenti, con i cittadini coinvolti e i consulenti dell’Istituto rifletteranno con gli studenti delle classi terze e quarte su quanto sta accadendo al sito della scuola. Si tratta di un approccio innovativo e coinvolgente, progettato dalla docente Sara Campanella, per portare consapevolezza agli studenti sui temi di storia e scienza, diritto e rilievi di caratterizzazione, epidemiologia e rischio, e porre l’attenzione sulle testimonianze di chi ha lavorato nella Montedison e della popolazione di Piazzola. La mattinata è aperta ai genitori del Consiglio di Istituto e ai rappresentanti della Provincia e del Comune. Le domande di natura epidemiologica sull’impatto che alcuni inquinanti potrebbero avere oggi sulla salute degli utenti dell’Istituto sono legate al Piano di caratterizzazione, condiviso dal Comune, che ha indetto la conferenza dei servizi con Provincia, Arpav, Usl e scuola avviando lo scorso anno l’insieme di indagini sulla contaminazione ambientale dell’istituto Rolando, che conta 850 iscritti.

LO SCREENING

Nel frattempo, in via precauzionale, è stata avviata su base volontaria un’indagine di prelievi biologici sulle persone, a spese dell’Istituto, e si è aggiunto un tentativo d’approccio partecipativo. Alcune persone legate al tessuto sociale del Rolando (lavoratori, famiglie, studenti, cittadini) sono state coinvolte nell’elaborazione di un questionario finalizzato a rendere sensibile la comunità sul proprio stato di salute. Negli approcci partecipativi tutti hanno l’opportunità di discutere insieme di potenziali rischi, preoccupazioni, conseguenze e scopi delle indagini e delle scelte in materia ambientale. Ed è l’esperimento che si farà proprio oggi interrogandosi sulla storia e salubrità della scuola, su cui gravitano ogni giorno 850 persone, e sulla sua compatibilità con la destinazione d’uso di edilizia scolastica e residenziale.

BOMBA ECOLOGICA?

Il problema ambientale è emerso per caso a settembre 2020 quando la Provincia, proprietaria dell’area, ha sospeso il cantiere di ampliamento del Rolando, informando il Comune e la scuola sull’esito dei sondaggi preliminari che hanno individuato la presenza di un potenziale contaminante. Fino agli anni ’50, in quei terreni c’era la storica attività chimica di produzione di concimi “Paolo Camerini” e poi lo stabilimento chimico della “Montecatini”, che hanno lasciato il segno. Sindaco e preside hanno chiesto di estendere le analisi anche all’edificio scolastico. Dalla rilevazioni sono stati evidenziati nei terreni adiacenti la scuola, superamenti dei parametri per antimonio, arsenico, cadmio, cobalto, mercurio, piombo, rame, zinco, idrocarburi policiclici. I rischi di contatto con queste sostanze non sono stati ritenuti accettabili e per questo è già stato chiuso il giardino dell’edificio. —

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