Confermata in appello la condanna a 1200 euro di multa e a un risarcimento di 2500 euro per i danni morali e materiali oltre al pagamento delle spese di giudizio a carico di Francesco Prendin, 50enne all’epoca dei fatti titolare del ristorante “la Frutteria” di Torreglia, finito sul banco degli imputati per lesioni volontarie e minacce nei confronti della figlia di una sua dipendente. L’imputato era difeso dall’avvocato Alessandro Borra. Il giudice padovano Laura Chillemi ha confermato la sentenza pronunciata in primo grado dal giudice di pace: la vittima si era costituita parte civile con l’avvocato Pierilario Troccolo. È il 16 aprile 2017, il giorno di Pasqua. La ragazza, all’epoca 21enne, arriva nel locale. Parla bene l’italiano e accompagna la mamma al ristorante, dove fa la lavapiatti, per discutere dell’orario di lavoro. Da contratto, infatti, la signora avrebbe dovuto lavorare nella fascia oraria compresa tra le 20.30 e le 22.30, tuttavia le erano state chieste delle prestazioni extra e c’erano alcune incomprensioni. Il colloquio avviene nella cucina. Prendin si scalda e spazientisce, poi minaccia di chiudere il rapporto di lavoro. La ragazza ha raccontato che il titolare, irritato, l’aveva spinta in modo brusco per farla uscire. Lei si era spostata al bancone del bar, pensando di poter riprendere la discussione. Prendin, invece l’aveva di nuovo spinta, poi afferrata per il collo e colpita con una testata. La ragazza aveva subito imboccato l’uscita e telefonato al 112. Poco dopo era arrivata una pattuglia di carabinieri che aveva raccolto la denuncia e le testimonianze delle persone presenti alla scena. Era stata aperta un’inchiesta e il pm padovano Cristina Gava aveva chiesto il processo per Prendin. La testata era costata alla 21enne 10 giorni di prognosi come risulta nel referto del Pronto soccorso. Referto che aveva diagnosticato una cervicalgia, ecchimosi in regione frontale ed ecchimosi importanti a livello della clavicola destra. —