Maltempo nel Padovano: la violenza della grandine ha sfondato le reti di protezione
Tra i danneggiamenti strutturali e la perdita di fatturato la prima stima della Coldiretti parla di un milione di euro solo nella Bassa
Giada Zandonà
PIACENZA D’ADIGE. Gelate primaverili e grandine estiva, nutrie, cimice asiatica e cinghiali: l’agricoltura della Bassa padovana non ha pace. Una stagione tragica per gli agricoltori che dopo aver fatto i conti con la produzione rovinata dalle gelate tardive di aprile e con i numerosi danni degli ungulati, ghiotti di cereali e frutta, ora fanno i conti con un raccolto perso a causa delle grandinate della scorsa settimana che hanno anche divelto le strutture di protezione.
L’area tra Piacenza d’Adige, Masi, Sant’Urbano e Granze è stata interessata sabato da una violenta grandinata durata appena 15 minuti, sufficienti a fare una strage di piante cariche di frutta e verdura pronta per essere raccolta e venduta. I chicchi di notevoli dimensioni sono caduti con una tale violenza che oltre ad aver distrutto frutteti, orti e campi, hanno danneggiato pure le reti antigrandine.
STIMA DEI DANNI
La prima stima fatta dagli agricoltori del territorio colpito mette in luce, tra danneggiamenti strutturali e perdita di fatturato, parla di circa un milione di euro. «Oltre alla perdita di prodotto, in particolare la frutta, leggi kiwi, mele e pere, già gravemente compromesso dalle gelate della scorsa primavera, gli agricoltori devono fare i conti anche con i danni alle strutture concepite proprio per proteggersi dalla grandine», spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova.
«Questi eventi, purtroppo, sono sempre più intensi e violenti, tanto da mettere a dura prova anche la tenuta delle reti antigrandine» spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova.
Secondo l’associazione di categoria, questi episodi non si possono più classificare come “eventi eccezionali” ma come episodi sempre più frequenti e ricorrenti: «Per affrontarli ed essere adeguatamente attrezzati, gli agricoltori devono essere messi nelle condizioni di poter investire sulla protezione dei propri prodotti e delle proprie strutture», conclude Bressan.
«Da parte della Regione, attraverso il piano di sviluppo rurale, servono misure di intervento e sostegno in grado di far fronte a questa necessità».
A Piacenza d’Adige nell’azienda agricola di Albertino Pastore da sabato si lavora per ripristinare le reti anti grandine danneggiate: «Sono cadute dal cielo palle di ghiaccio», racconta Pastore, «che si sono accumulate sulle reti che non sono riuscite a sopportare tutto il peso e si sono aperte. In questo modo un po’ di grandine è comunque passata e ha colpito kiwi e mele ormai prossime alla raccolta e in alcuni punti ha anche danneggiato le stesse reti».
L’agricoltore sta cercando di ripristinare le reti dove possibile, anche se una parte dovrà essere sostituita. «Ormai abbiamo perso il 90 per cento delle nostre pere e anche con i kiwi non siamo messi molto meglio. E ora facciamo anche i conti con i danni alle strutture di protezione... La stagione purtroppo è compromessa, per noi come per molti altri agricoltori della zona, gli investimenti sono notevoli ma con poco prodotto le entrate sono sempre più scarse».
AGRICOLTORI DA TUTELARE
Se vogliamo salvare l’agricoltura in questo territorio dobbiamo trovare il modo per tutelare al meglio chi sceglie questa professione. Oltre che con il maltempo dobbiamo fare i conti anche con le cimici che continuano a imperversare. Prima di ottenere qualche risultato con la vespa samurai facciamo in tempo a chiudere, mentre invece abbiamo ottenuto dei risultati con le trappole per la cattura massale, che però dovrebbero essere installate anche dagli altri agricoltori per ottenere risultati concreti».
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