La sfida della competenza nell’Italia che riparte con le reti del domani
A Padova la terza tappa del tour “Alfabeto del Futuro”. Zaia disegna gli scenari post Covid, Giordani spiega come la città svolterà con la terza linea del tram e la mobilità elettrica
giorgio barbieri
PADOVA. Alta Velocità, portualità, logistica. A Nordest c’è fame di infrastrutture con tutte le istituzioni del territorio, senza distinzioni politiche, ben consapevoli che i fondi del Recovery Plan rappresentano l’ultimo treno per uscire dalla crisi economica legata al covid e per restare agganciati all’Europa. È il messaggio arrivato dalla tappa veneta dell’Alfabeto del futuro, appuntamento organizzato dai giornali del gruppo Gedi News Network e coordinato dal direttore del Secolo XIX Luca Ubaldeschi, che si è svolto ieri pomeriggio a Padova al centro culturale San Gaetano.
Intervistati da Massimo Giannini, direttore della Stampa, e da Fabrizio Brancoli, direttore dei quotidiani veneti GNN, si sono alternati sul palco gli attori che quotidianamente sul territorio devono fare i conti con le difficoltà dovute alla carenza di infrastrutture. Tra questi sicuramente Sergio Giordani, sindaco di Padova, città sulla quale stanno però per piovere due miliardi di euro di denaro pubblico.
Sergio Giordani all'Alfabeto del Futuro: tram e mobilità elettrica le chiavi del domani
«Grazie all’arrivo dell’Alta Velocità potremo cambiare la stazione ferroviaria che diventerà l’asse portante della città del futuro», ha detto Giordani, «dall’Europa arriveranno anche 300 milioni di euro circa per completare il nostro sistema tramviario. Per questo abbiamo chiesto all’architetto Stefano Boeri di aiutarci a progettare un’idea di città sostenibile, senza auto, che permetterà di raggiungere qualsiasi punto della città in appena quindici minuti».
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L'alfabeto del Futuro sulle infrastrutture in Veneto
Sul Recovery punta tutto anche il presidente della Regione Luca Zaia. «È l’ultimo treno che passa per questo paese», ha sottolineato il governatore leghista, «bisogna però puntare a grandi progetti che possono diventare un volano per la crescita della regione. Dobbiamo essere consapevoli che l’Europa ci chiederà di fare riforme che l’Italia non ha mai fatto. Ora al governo c’è Mario Draghi: ha un pedigree straordinario, bisognerà capire se gli reggeranno le gambe».
Ma Padova è anche la sede di un’antica università che si appresta a festeggiare gli ottocento anni di vita. E lo farà, per la prima volta nella sua storia, con una donna alla guida. È Daniela Mapelli, eletta da poche settimane rettrice del Bo, che ha puntato l’attenzione sulla necessità che queste riforme coinvolgano anche il sistema universitario.

«Senza conoscenza non c’è visione e non c’è futuro», ha sottolineato, «l’accademia avrà infatti un ruolo sempre più predominante anche per l’economia. Ma per farlo avrà bisogno di finanziamenti per la ricerca, per la didattica e per il trasferimento della conoscenza verso il territorio, le imprese e la società civile».
Transizione ecologica e elettricità
Ragionamento condiviso da Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, che ha spiegato come l’economia regionale abbia già iniziato a risollevarsi. «Abbiamo grande fiducia in Mario Draghi», ha detto, «e dobbiamo utilizzare i fondi del Recovery per realizzare tutti i progetti la cui necessità è nota da anni ma che non sono mai stati portati a termine».
Sul palco è salito anche Franco Pasqualetti, da poco eletto presidente di Interporto Padova, che rappresenta uno dei migliori osservatori per capire dove va l’economia del territorio: «È proprio la capacità di leggere per tempo il futuro, per riprendere il titolo di questo convegno, a determinare lo sviluppo di una comunità», ha detto, «sono alla guida di una realtà che si sviluppa su oltre due milioni di metri quadrati, come un intero quartiere di Padova, con un fatturato nel 2020 di 36 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente. E questo è stato possibile perché nel 1973 l’allora presidente della Camera di Commercio, Mario Volpato, ebbe l’intuizione di costruire questo luogo dove la merce arriva e parte. Confrontandoci quotidianamente con il mercato contiamo di raddoppiare il traffico merci nei prossimi cinque anni».
Interporto Padova, adesso la vera sfida sta nell'automazione
La giornata ha poi visto gli interventi di Roberto Gabrielli, direttore regionale Veneto ovest e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, di Giacomo Donnini, responsabile Sviluppo e progetti speciali di Terna, di Giorgio Fontana, responsabile Energy Services di Eni gas e luce, e di Teresa Fornaro, ricercatrice dell’Istituto nazionale di Astrofisica. Il prossimo appuntamento con l’Alfabeto del futuro è per il 16 settembre a Genova .
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