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A Padova metà della droga del Veneto. L’eroina frutta milioni ai clan nigeriani

Il 56,34 per cento dei sequestri regionali avviene tra città e provincia. Trasferimenti di denaro verso l’Africa: quasi 7 milioni in un anno

Nicola Cesaro
3 minuti di lettura

PADOVA. I grandi numeri dicono due cose: che l’attività e il monitoraggio sono costanti ed efficaci, ma soprattutto che di droga ce n’è, eccome. Gli stupefacenti, a Padova e nel Veneto, continuano ad alimentare un mercato ancora troppo florido, per oltre metà in mano agli stranieri. La prevalenza? Nigeriani, che a Padova vantano un record: in città risiede la percentuale più importante di tutta Italia.

IL NARCOTRAFFICO IN VENETO

L’occasione per riflettere sul traffico illecito di stupefacenti arriva dalla Direzione centrale per i Servizi antidroga (Dcsa) del Ministero dell’Interno, che qualche giorno fa ha pubblicato la relazione annuale sullo stato e l’andamento del narcotraffico in Italia. Ecco i dati generali del Veneto: nella nostra regione si è registrato il 5,71% delle operazioni antidroga di tutta la penisola, è stato sequestrato il 3,53% della droga e si è concentrato il 5,55% delle persone segnalate all’autorità giudiziaria. Numeri tutt’altro che banali, dove Padova la fa da padrona.

META’ DELLA DROGA A PADOVA

Tra Padova e provincia, infatti, nel 2020 è stato registrato il 56,34% delle droghe scovate in Veneto: 1.169,5 chili di droga sui 2.075,73 veneti. L’anno prima Padova era terza in Veneto, con appena il 17,45%. Il distacco è ancora più evidente se si guarda alla droga sequestrata: appena 146 chili nel 2019. L’anno scorso si è dunque toccato il +801% di sequestri, fenomeno che stupisce soprattutto se si pensa che è riferito all’anno dello “stop generale” legato al Covid.

E se si vogliono citare altri record in questa particolare classifica, la Dcsa segnala che il sequestro più importante di marijuana di tutta Italia è avvenuto a Pernumia (1.034,58 chili a dicembre 2020, cifra che ha quindi inciso molto sul totale provinciale), mentre Padova vanta il terzo sequestro nazionale di eroina, i 30,18 chili recuperati in città a ottobre.

Ma ci sono altri numeri che “incoronano” Padova come capitale della droga veneta e del Nord Italia: qui è stato condotto il 27,99% di operazioni antidroga di tutto il territorio regionale (primo posto), mentre in fatto di persone segnalate Padova con il 22,66% è seconda solo a Verona (24,32%). Stessa posizione per i decessi legati alla droga, che nel Veneto sono stati in tutto 33 in un anno: il 21,21% a Padova, seconda a Venezia (24,24%).

EROINA E DROGHE SINTETICHE

Il Veneto, e di conseguenza Padova, risulta piazza di riferimento per l’eroina: l’11,94% di tutta l’eroina sequestrata in Italia arriva dalla nostra regione, decisamente di più della cocaina (0,56%) e dell’hashish (0,97%) e in realtà quasi alla pari della marijuana (9,24%) e delle droghe sintetiche già confezionate (13,07%).

Questi ultimi stupefacenti hanno subito un aumento impressionante: +251% sequestri di marijuana in un anno, +756% per le droghe sintetiche. E ancora, le 576 piante di cannabis sequestrate in Veneto nel 2018 sono diventate 2.880 nel 2019 e addirittura 20.443 l’anno scorso. Pernumia docet.

IL MERCATO DEGLI STRANIERI

Ma ritorniamo all’eroina. Secondo la Dcsa la gestione del traffico di eroina si è confermata appannaggio, soprattutto, dei clan camorristici, generalmente “in affari” con sodalizi stranieri di matrice albanese e nigeriana, che curano l’importazione e la distribuzione al dettaglio dello stupefacente. Va ricordato che nella nostra regione il 51,75% dei denunciati per droga è straniero, a fronte del 32,52% della media nazionale.

In Veneto, e quindi a Padova, la droga pare essere principalmente in mano proprio ai nigeriani: le denunce per droga a carico di questa etnia sono cresciute del 3,29% in un anno, a fronte del crollo di denunce per tunisini (-16,88%), marocchini (-27,62%) e albanesi (-44,98%).

LA COMUNITA’ NIGERIANA

La presenza di eroina a Padova, dunque, potrebbe seriamente legarsi alla radicata comunità nigeriana. Un dato, rilevato nel report Dcsa dell’anno scorso, fa certamente riflettere, anche se meriterebbe una riflessione ben più ampia di quella puramente statistica: Padova ha la più importante comunità nigeriana d’Italia, visto che in città risiede il 3,42% dei nigeriani di tutta Italia. Dietro ci sono realtà come Verona (3,39%), Modena (2,29%) e Brescia (2,7%), dove però - soprattutto fuori dal Veneto - i residenti nigeriani non superano i 3 mila.

I 4.013 nigeriani a Padova sono invece cresciuti del 4,6% in un anno. Ma è un altro numero a impressionare, quello delle rimesse legate ai nigeriani, ossia i trasferimenti di denaro all’estero senza transitare sui conti di pagamento intestati all’ordinante o al beneficiario: si è passati dai 1,586 milioni del 2017 ai 6,968 dell’anno dopo, con un incredibile incremento del 339,34%. A cosa si deve quest’impennata, assolutamente sproporzionata rispetto all’aumento di popolazione sotto i cinque punti percentuali? Per cercare cifre simili, ma decisamente distanziate, bisogna andare a Palermo (3,084 milioni), Modena (3,028) o Milano (2 603).

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