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Covid, in quasi metà dei comuni padovani una settimana senza nuovi contagi. Ecco quali

Il monitoraggio tra il 17 e il 23 maggio non ha rilevato alcun positivo in 46 paesi, incidenza bassa anche a Padova città

Elena Livieri
2 minuti di lettura

PADOVA. Quasi la metà dei comuni della provincia di Padova nella settimana tra il 17 e il 23 maggio non ha registrato nessun nuovo caso di contagio da Covid 19: il dato, che instilla decisamente ottimismo sull’andamento della pandemia, emerge dall’ultimo monitoraggio diffuso dalla Regione Veneto.

Di fatto il Padovano veleggia fiducioso in zona bianca con un unico pallino rosso in quel di Barbona, borghetto della Bassa che ha visto tre residenti positivi nella settimana tra i suoi 621 abitanti. Va da sè che il dato, pur attestandosi sopra la soglia limite dei 250 casi ogni 100 mila abitanti, non inficia il bilancio roseo dei sette giorni di monitoraggio. Le città principali, Padova in testa, si confermano virtuose, tutte con pochissimi nuovi contagi e incidenza molto bassa, in un contesto provinciale che del resto conferma la media.

I distretti

I quattro Distretti n cui si suddivide l’Usl 6 Euganea, con i suoi 931.262 abitanti - la più popolosa del Veneto - sono tutti ampiamente sotto la soglia di allarme: il Padova Bacchiglione Piovese registra 82 casi e un’ incidenza di 21,75, il Terme Colli con 28 casi ha un’incidenza di 23, 79, un po’ più su il Padova Sud che con 56 casi si aggiudica un’incidenza di 31,27, seguito dall’Alta Padovana che con 86 casi chiude la settimana con un’incidenza di 33,40 casi ogni 100 mila abitanti. Complessivamente nella provincia di Padova i nuovi casi di contagio rilevati sono stati 252 per un’incidenza media del 27,6. Nel Veneto l’Usl 6 Euganea, e quindi la provincia di Padova, è terza per incidenza più bassa, dopo l’Usl Dolomiti e l’Uls Serenissima.

Bandiera bianca

Da un manipolo di puntini isolati nella carta geografica, i Comuni che possono vantare una settimana Covid free sono ormai quasi la metà della provincia, ben 46: Agna, Arquà Petrarca, Arre, Arzergrande, Bagnoli di Sopra, Baone, Battaglia Terme, Brugine, Campodoro, Candiana, Carceri, Cartura, Casale di Scodosia, Castelbaldo, Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo, Galzignano Terme, Grantorto, Legnaro, Lozzo Atestino, Masi, Megliadino San Vitale, Ospedaletto Euganeo, Piacenza d’Adige, Polverara, Ponso Pontelongo, Ponte San Nicolò, Pozzonovo, Rovolon, Saccolongo, San Pietro Viminario, Sant’Angelo di Piove, Sant’Elena, Sant’Urbano, Terrassa Padovana, Vescovana, Vighizzolo, Vigodarzere, Villa del Conte, Villa Estense, Villanova di Camposampiero, Vo’.

I comuni più grandi

Anche i comuni più grandi confermano il deciso arretramento del Covid 19: nella città di Padova nella settimana tra il 17 e il 23 maggio i nuovi contagi rilevati sono stati appena 43 su una popolazione di oltre 210 mila abitanti, fermandosi a un’incidenza di 20,74. Selvazzano con soli 4 casi è a 17,38, Vigonza con 5 casi è a 21,81, Este con 4 casi è a 24,74, Cittadella ha un’incidenza di 24,92 con 5 casi, Albignasego è a 23,19 con 6 casi, Abano Terme a 25,21 con 5 nuovi positivi e Piove di Sacco a 30,05 con 6 nuovi positivi rilevati nei sette giorni.

Bandiera rossa

Solo sul piccolo comune di Barbona, il meno popoloso della provincia di Padova con i suoi 621 residenti, sventola bandiera rossa: con tre nuovi casi di contagio supera infatti l’incidenza limite dei 250 su 100 mila, arrivando a 483,09. Un dato che va considerato nella sua relatività e che proprio alla luce di questa, non inquina il bilancio più che positivo della settimana. «Una famiglia, casi circoscritti, e situazione tranquilla» assicura il sindaco Francesco Peotta, «il calo generalizzato non fa eccezione nel nostro comune, non si può nemmeno parlare di focolaio. Siamo una piccola comunità, con punti di aggregazione limitati e la pandemia è sempre stata contenuta. Il problema dei Comuni piccoli» rileva il sindaco, «è che si ragiona sempre su percentuali che rischiano di dare un quadro distorto. Le vaccinazioni stanno andando bene, molti si sono rivolti al Comune per la prenotazione ed eravamo organizzati se qualcuno chiedeva di essere accompagnato. Ora la preoccupazione più grande è per l’economia e il lavoro, speriamo davvero nella ripresa».

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