Addio a Fabio Borile difensore dei deboli
Nicola Stievanoarre
È stato il difensore dei diritti dei più deboli, dagli invalidi ai pensionati, attento ai temi ambientali: l’avvocato Fabio Borile è morto dopo un breve periodo di malattia e lascia una scia di rimpianto. Aveva 65 anni ed era titolare di uno studio legale a Padova, in via Trieste.
Originario di Bagnoli, abitava con la famiglia ad Arre: lascia la moglie Serena e la figlia Ludovica, l’anziana mamma e il fratello Alessandro, anch’egli avvocato, già sindaco di Bagnoli nei primi anni Duemila. «Fabio lascia un grande vuoto», racconta il fratello, «fra gli amici, i colleghi e le tante persone che lo stimavano per la sua serietà e professionalità. Era arrivato alla pratica forense dopo una lunga militanza sindacale. Da avvocato si è specializzato proprio nella difesa dei lavoratori, in particolare degli invalidi civili e del lavoro, ma anche dei pensionati. Si è speso per il riconoscimento dei loro diritti, ha dedicato a questo gran parte della sua professione».
Tra gli anni Ottanta e Novanta è stato anche consigliere comunale e difensore del comitato di cittadini che a Bagnoli si è battuto contro l’inquinamento in zona industriale, curando la stesura di esposti e memorie. Pochi mesi fa la scoperta della malattia e il rapido decorso, nonostante le cure e l’attenzione dei medici.
I colleghi e i clienti lo ricordano con affetto come un professionista attento e scrupoloso, con questa attenzione particolare verso i più indifesi. «Fabio è diventato avvocato», ricorda ancora il fratello, «in un’epoca in cui non era facile abbracciare questa professione per chi proveniva da una famiglia povera come la nostra. Era anche il sogno dei nostri genitori che hanno affrontato numerosi sacrifici per farci studiare». Il funerale sarà celebrato oggi alle 15.30 nella chiesa di Arre, quindi la sepoltura nel cimitero di Bagnoli. —
Nicola Stievano
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