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Vende pannelli cinesi spacciandoli per europei Condannata per truffa

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GRANTORTO

Una imprenditrice di 52 anni di Grantorto, Monica Signori, è stata condannata ad un anno di reclusione e alla multa di 300 euro (pena e sanzione sospese) per truffa aggravata. In sostanza aveva venduto dei pannelli solari di fabbricazione cinese, che non rispondevano agli standard europei, ad una ditta che invece pensava di ricevere un prodotto con le caratteristiche di potenza e qualità richieste dal Ministero per ottenere le agevolazioni previste. E stiamo parlando di rimborsi milionari.

La procura di Vicenza ha dunque citato a giudizio Monica Signori e il giudice, accogliendo in parte le richieste del pm, l’ha condannata anche al risarcimento della parte civile Envisol srl pagando quasi 5 mila euro di spese legali. Le vittime avevano chiesto 1,2 milioni di euro e la cifra sarà stabilita dal tribunale civile. L’imputata, assistita dai legali Franco Monteverde e Angela De Agostini,ha comunque sempre contestato integralmente la ricostruzione dei fatti e ricorrerà in appello.

I fatti contestati erano avvenuti fra il dicembre 2013 e il marzo dell’anno successivo. Secondo la procura, Signori, legale rappresentante e amministratore unico della Electro solar srl con sede a Carmignano di Brenta, aveva sottoscritto un contratto di fornitura con la Ecosistem Italia, di Roma, per vendere 13.160 moduli fotovoltaici della potenza di 250 kilowattora ciascuno, di produzione europea; un secondo contratto era stato siglato per la posa in opera fra la Eco Italia e la Envisol. Dunque, secondo la procura, la donna aveva ingannato i suoi clienti acquistando da una ditta cinese, precisamente la Futura holding ltd con sede in Cina e a Cittadella, 884 pannelli extraeuropei con potenza di 240 kilowattora, facendo poi applicare, su ciascun modulo, una targa con il proprio numero di matricola e la sigla di produzione, per simulare di averli fabbricati. Aveva poi accompagnato il materiale con un certificazione che faceva sembrare i pannelli realizzati in Europa e con una potenza di 250 kilowattora mentre invece - si legge nel capo d’imputazione- «i moduli erano stati prodotti in Cina con potenza inferiore». Il danno quantificato dal pm era pari a 550 mila euro riguardo i pannelli più quelli della mancata produzione. Ma anche la Envisol sosteneva di aver subìto per lo stop del ministero «un danno di 7,8 milioni di euro in proiezione ventennale». —

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