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Le parrocchie del Padovano concedono all’Usl 6 i locali per eseguire le vaccinazioni

Già predisposto il modulo per le concessioni. L'unica richiesta è quella di determinare prima gli spazi e sanificarli

CLAUDIO BACCARIN
1 minuto di lettura

PADOVA. Accogliendo l’invito del commissario straordinario nazionale per l’emergenza Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo, anche le comunità parrocchiali della diocesi si mettono a disposizione della campagna straordinaria di vaccinazione contro il Coronavirus.

«Le parrocchie – si legge in una nota pubblicata sul sito della Chiesa di Padova – potrebbero essere contattate dalle Usl, dai Comuni o da altri enti pubblici perché ospitino le operazioni di vaccinazione a titolo gratuito con il solo rimborso delle eventuali spese effettivamente sostenute».

Dagli uffici della Curia il sostegno all’operazione è pieno e totale. Ma è bene che i parroci tengano presenti alcune raccomandazioni. Eccole. «L’ente richiedente dovrà assumersi ogni responsabilità – continua la nota – circa l’attività svolta nelle strutture parrocchiali e sarà sua cura sanificare gli ambienti prima e dopo l’utilizzo. È necessario sapere esattamente di quali spazi l’ente richiedente abbia bisogno e per quanto tempo».

E veniamo al punto più delicato, la compatibilità tra l’utilizzo dei locali per l’inoculazione dei vaccini e le attività della parrocchia. «È necessario che il parroco e l’ente richiedente valutino scrupolosamente l’eventuale possibilità di svolgere contemporaneamente attività parrocchiali e attività vaccinali ovvero la possibilità di svolgere le stesse in momenti diversi della giornata, tenendo conto dei tempi necessari per la sanificazione». La Diocesi ha già predisposto un modulo per mettere nero su bianco l’assenso delle comunità all’utilizzo gratuito dei locali. A carico dell’ente pubblico «sarà soltanto il rimborso di eventuali spese, sostenute e documentate» dalla parrocchia.

Ieri mattina intanto, nella Domenica delle Palme, il vescovo Claudio Cipolla ha celebrato nel Duomo di Candiana la messa che è stata trasmessa da Telenuovo e da Tv7. «Dovevo essere qui per la visita pastorale che, vista la zona rossa, per prudenza non è stata fatta. Sarei venuto qui volentieri e m’impegno a tornare appena sarà possibile. Confesso di non essere mai stato, in genere, entusiasta delle processioni. ma adesso che, per il secondo anno consecutivo non si può fare la processione con l’ulivo benedetto, mi sembra che manchi qualcosa. Ci manca soprattutto la possibilità di esprimere, anche fisicamente, il fatto che noi seguiamo Gesù».

Le norme anti Covid-19 determineranno delle limitazioni anche nel resto della Settimana Santa. Giovedì, alle 10, in Cattedrale sarà celebrata la messa del Crisma, ma non sarà possibile garantire la presenza di tutto il clero padovano. Potranno partecipare, tra gli altri, in forza di un invito specifico, i vicari foranei, i parroci della città di Padova, il Capitolo della cattedrale, gli educatori del seminario Maggiore. Giovedì non si terrà la lavanda dei piedi. Venerdì non si potrà baciare il crocefisso. —


 

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