PADOVA. Hanno donato tempo laddove non c’era abbastanza denaro in grado di comprarlo, regalando trecentosessanta ore di serenità a mamme messe all’angolo dalle vicende della vita, con un figlio malato e l’impossibilità di seguirlo e offrendo ad un tempo a quegli stessi piccoli malati, il bene più prezioso in un momento tanto difficile, ovvero il sostegno di un genitore.
Malgrado un’epidemia che ha tolto forze e soffocato l’empatia, lo scorso anno trentaquattro dipendenti dell’Usl 6 Euganea hanno donato complessivamente sessanta giorni a sostegno della genitorialità che attraversa momenti difficili. L’iniziativa rientra nell’ambito della “Banca delle Ferie Solidali”, introdotta dall’Usl 6, prima azienda sanitaria pubblica in Italia, per consentire agli operatori di donare parte delle proprie ferie ai colleghi che si trovano ad accudire in maniera continuativa un figlio malato.
A spingere per l’apertura della “Banca” era stata la Cgil: «Quando un genitore ha necessità ne fa richiesta e l’Usl indice un bando» spiega Fabio Turato «ogni lavoratore può cedere ferie eccedenti i 24 giorni che sono contrattualmente garantiti oppure quelle residue all’atto della cessazione del contratto di lavoro. Chi ne fa richiesta, invece, può beneficiare al massimo di trenta giorni. Ci piacerebbe, tuttavia, arrivare ad allargare la motivazione di accesso alla “Banca” oltre la malattia, ad esempio all’assistenza a un figlio che questo periodo ci ha insegnato essere fondamentale».
Ad oggi, sono duemila le ore di ferie donate dai dipendenti: «Per la nostra Azienda si tratta dell’ennesima gara di solidarietà, anonima e trasversale, dal valore doppio in quest’anno così pesantemente segnato dallo sforzo di tutti a contenimento della pandemia» il commento dell’Usl 6 «i dipendenti, in un momento così difficile, hanno dato prova di una generosità impareggiabile. Al gelo dell’indifferenza hanno opposto il calore dell’altruismo». —