MONSELICE. Un processo teso, con l’Usl costituita contro un proprio medico accusato di tentata concussione perché avrebbe prospettato a due giovani colleghe “aiuti” lavorativi in cambio di “coccole”. E con altri due colleghi, uno dei quali con una posizione dirigenziale, per i quali si dovrà valutare la possibile sussistenza della falsa testimonianza, alla luce del dispositivo letto ieri dal Collegio di Rovigo.
Dispositivo che parla di una condanna per Domenico Rubello, 58 anni di Monselice, direttore della Medicina nucleare e del Dipartimento di immagine dell’Usl 5 di Rovigo, a 2 anni e 6 mesi di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici per due anni. Per lui è stata però riqualificata l’ipotesi di reato: non più tentata concussione, ma tentata induzione indebita a dare o promettere utilità.
Secondo la ricostruzione accusatoria, l’imputato avrebbe promesso a due giovani professioniste, in cambio della disponibilità a “coccole” e altri atteggiamenti a sfondo sessuale, un aiuto per ottenere il lavoro (a una), la vittoria in un concorso (all’altr). Il reato era contestato in forma tentata perché nessuna delle due giovani avrebbe accettato la proposta. In origine era contestata anche un’ipotesi di violenza sessuale, un palpeggiamento che il medico avrebbe operato con la scusa di aiutare una delle due giovani a sistemare il camice. Il versante riguardante la violenza sessuale, però, non è stato oggetto del dibattimento di fronte al Collegio, ma è stato “scorporato” dal filone principale e sarà trattato in rito abbreviato a brevissimo. Da parte della difesa, affidata all’avvocato Fabio Anselmo di Ferrara, la certezza che verrà proposto appello. —