PADOVA. Un contagio “eccellente” nell’Azienda Ospedale Università di Padova: come ha annunciato lui stesso nel suo profilo facebook, il Covid 19 ha infettato il professor Enrico Gringeri, docente della Scuola medica padovana in Chirurgia generale e chirurgo dell’équipe di Chirurgia epatobiliare del professor Umberto Cillo. Unità quest’ultima che, sia nella prima che nella seconda ondata della pandemia non solo non ha mai smesso di effettuare trapianti di fegato, ma anzi ha visto anche i volumi di attività incrementare. Cillo, Gringeri e colleghi, addirittura, in piena emergenza sanitaria lo scorso marzo, sono riusciti a effettuare due trapianti di fegato nello stesso giorno.
Attualmente sono circa 170 gli operatori sanitari dell’ospedale universitario positivi al coronavirus. Da ottobre, quando ha iniziato a salire la seconda ondata, i contagi sono stati circa 250, gli stessi registrati nella prima fase dell’emergenza in primavera. Stavolta però la “nottata” non è ancora passata e anche il bilancio di contagi fra il personale sanitario è destinato a salire.
Tornando al professor Gringeri, è con ironia che ha comunicato il contagio: «Quando dicevo che amo considerarmi una persona positiva» ha scritto, «non intendevo “positiva” in quel senso». Centinaia i messaggi di incoraggiamento di colleghi, pazienti e conoscenti collezionati dal post in poche ore. Più tardi poi, lo stesso Gringeri ha pubblicato una sorta di “poesia” dedicata al Covid, “che tanto ha insegnato e tanto ha proibito”.
Un estratto: «Ci hai inseÈgnato a mantenere le distanze, ma ci hai proibito di stare troppo vicini. Ci hai insegnato ad usare le mascherine, ma ci hai proibito di gioire dei sorrisi più belli del mondo. Ci hai insegnato a rispettare i nostri anziani, troppo spesso dimenticati, ma ci hai proibito di andarli a trovare la domenica. Ci hai insegnato a valorizzare lo straordinario operato di medici e infermieri, ma ci hai proibito di risparmiargli accuse e violenze infami. Tra ciò che ci hai insegnato e tanto altro che ci hai proibito una cosa non ti perdoneremo mai: le oltre 50 mila vittime a cui hai negato perfino il conforto e la vicinanza dei propri cari». —