PADOVA. Bracconaggio organizzato, fauna selvatica catturata illegalmente, la piaga crescente della pesca di frodo e persino l’unico caso di spettacolo con animali non autorizzato. Un totale di 110 procedimenti e ben 69 indagati in un anno. I reati ai danni di animali restano un fenomeno non trascurabile nella provincia di Padova, come si evince dall’ultimo Rapporto Zoomafia della Lav.
Pubblicato nei giorni scorsi, lo studio è redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lega Anti Vivisezione. È alla ventunesima edizione e analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità (e non solo) nel 2019. Per realizzarlo l’Osservatorio ha richiesto alle Procure Ordinarie e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni i dati dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2019, sia noti che a carico di ignoti, e il numero di indagati per reati a danno di animali.
Nello specifico, 3 sono gli indagati per l’uccisione di animali (su 30 procedimenti totali), a cui va aggiunto il cittadino denunciato per aver ammazzato l’animale di un’altra persona (e in questo caso i procedimenti, perlopiù a carico di ignoti, sono stati 7).
Sono invece 28 gli accusati di maltrattamento (su 36 azioni penali avviate), 15 gli indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni non idonee (con 16 procedimenti), quindi 22 i cittadini finiti nei guai in ambito di caccia non consentita o di illeciti legati alla fauna selvatica. C’è anche un caso di spettacolo con animali non autorizzato. Tra i dati forniti dalla Lav ci sono anche quelli relativi ai controlli dei carabinieri forestali in ambito di tutela della fauna: 278 servizi effettuati nel 2019, con 235 persone e 24 veicoli controllati, 28 illeciti accertati per 7.328 euro di sanzioni e 6 sequestri scattati.
Padova è seconda sola a Verona in questa poco gratificante graduatoria, visto che nei confini scaligeri l’anno scorso sono stati registrati 182 procedimenti con 86 indagati. Assieme a Belluno è inoltre quella che ha visto la più importante impennata di persone denunciate rispetto all’anno prima.
Proiettando la media dei dati su scala regionale – sempre secondo la Lav – si può stabilire che nel 2019 in Veneto sono stati registrati circa 690 fascicoli (circa il 7,27 % di quelli nazionali), con un tasso di 14,06 procedimenti ogni 100.000 abitanti. Sono invece stati 390 gli indagati (circa il 6,67% di quelli nazionali), con un tasso di 7,94 indagati ogni 100.000 abitanti.
Spiega il curatore del Rapporto, Ciro Troiano: «Tra i delitti riscontrati in Veneto, vanno segnalati anche i combattimenti tra animali e il traffico di cuccioli. Suscita particolare attenzione il bracconaggio organizzato: infatti nel Veneto sono stati individuati due “blackspot”, ovvero zone dove il fenomeno è particolarmente allarmante: le Prealpi e il Delta del Po. E ancora, ci sono stati anche casi di traffico di fauna selvatica catturata illegalmente e inanellata con falsi sigilli. Accertata inoltre la vendita clandestina di fauna morta destinata alla vendita a scopo alimentare. Desta molta preoccupazione infine la pesca di frodo ad opera di gruppi organizzati che mettono in pericolo l’ittiofauna». –