Parco del Basso Isonzo a Padova, un team dello Iuav progetterà l’area verde
La giunta ha dato l’ok per l'accordo che prevede la collaborazione tra amministrazione e l’università lagunare in materia di paesaggistica e agricoltura urbana
LUCA PREZIUSI
PADOVA. Saranno gli esperti dello Iuav di Venezia a ridisegnare il volto del parco del Basso Isonzo. La giunta ha dato l’ok per stringere un accordo che prevede la stretta collaborazione tra amministrazione e l’università lagunare in materia di paesaggistica e agricoltura urbana, qualora i progetti green di fermare il cemento e i palazzi immaginati dai proprietari dell’Ira siano portati a termine dalla squadra di Sergio Giordani.
Sul pezzo oggi sono impegnati in prima linea gli assessori Chiara Gallani e Andrea Ragona che, con le deleghe ad ambiente e sviluppo urbano sostenibile, sono chiamati a difendere l’idea di un polmone verde e a resistere davanti alle pretese dei privati. Intanto però hanno iniziato un lavoro propedeutico, che porterà quindi professionisti del calibro di Viviana Ferrario a lavorare sul progetto del Basso Isonzo insieme ad un intero team dello Iuav. Stiamo parlando di una docente dal curriculum pesante, da anni impegnata nello studio di paesaggi agrari storici e contemporanei, delle pratiche agricole, dei processi di abbandono, urbanizzazione e patrimonializzazione, e che ha collaborato all’agroforestazione dell’area.
«Questo accordo è uno dei tasselli per arrivare al parco paesaggistico – spiega l’assessora Gallani – ma sappiamo tutti che mancano ancora dei passaggi fondamentali. Noi però non vogliamo arrivare impreparati e quindi stiamo cercando di lavorare d’anticipo». D’anticipo su cosa? Sui fatti. Fatti che oggi permettono alla giunta di progettare ancora solo grazie ad una proroga di due anni per i termini di inizio lavori, ottenuta ad agosto grazie al decreto Semplificazioni. Il limite entro cui l’Ira potrà aprire il cantiere per i lavori di costruzione di 37 mila metri cubi di residenziale – un centinaio di appartamenti divisi in 10 condomini – ora è aprile 2022, ma nel frattempo l’amministrazione dovrà trovare una soluzione per impedirlo, magari attraverso una permuta (un’operazione in stile Iris-Boschetti), che però sembra difficile perché non ci sarebbero aree comunali da offrire. Oppure rilanciando e acquistando, magari mettendo sul tavolo i 3 milioni di euro che servono con l’aiuto delle banche. Intanto anche diversi comitati sono nati, spontaneamente e non, per portare avanti la battaglia per dar vita ad un nuovo motore verde, che stavolta però abbia una vocazione all’agricoltura sostenibile di qualità. —
I commenti dei lettori