PADOVA. C’era solo lui in aula, seduto in prima fila, il volto serio e l’aria puntuta. Lui, il prefetto vicario Pasquale Aversa, in servizio a Padova fino all’agosto 2018 con l’incarico di seguire i problemi relativi all’accoglienza, pronto ad anticipare ispezioni a chi doveva essere controllato, a chiudere un occhio o anche due sul rapporto tra ospiti (fino a un migliaio) e operatori (poco più, se non meno, delle dita di una mano) nei centri padovani destinati a ospitare i migranti, quello di San Siro a Bagnoli e quello in centro storico a Padova nell’ex caserma Prandina ora area parcheggio.
Lui,