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Tiglio secolare abbattuto in centro a Padova, residenti in rivolta

L'albero sorgeva in un giardino storico, tra le vie Petrarca e Montona. Chiamati i vigili

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PADOVA. Aveva resistito agli orrori della Seconda Guerra Mondiale e alle tempeste tropicali dell’era recente, sopravvivendo, impettito e orgoglioso, agli abitanti dei palazzi circostanti che avevano goduto della sua ombra, mentre i decenni si rincorrevano, susseguendosi con il loro carico di storia. Se n’è andato così, con poca gloria e i molti rimpianti di chi lo aveva amato, il tiglio secolare che svettava tra le vie Petrarca e Montona, in pieno centro storico e sulla cui terra germoglia da mesi la pianta velenosa di una guerra di vicinato, iniziata con i lavori di restauro del nuovo proprietario del giardino annesso a palazzo Marzari.



Ieri mattina i residenti della zona sono stati svegliati dal rumore crudele delle motoseghe: finestre attonite spalancate sul cortile in cui gli operai smembravano scientificamente il gigante inerme, prima i rami più alti con la loro chioma ancora verde, quindi il tronco. Un pezzo alla volta. Mentre i caffè si raffreddavano in mano ai più, testimoni increduli, alcuni dei presenti, più battaglieri di altri, hanno richiesto l’intervento della Polizia municipale affinché verificasse la legittimità dell’operazione. «Quando mi sono svegliato ho visto che stavano potando il tiglio, una pianta secolare e ornamentale che sorgeva vicino alle mura di via Montona» conferma Franco Tosi, che pure non è stato il solo a chiedere l’intervento del Comune «eravamo tutti sbalorditi, delusi e avviliti di fronte a una tale mutilazione, quindi ho chiamato i vigili».



Immediato l’intervento della Polizia municipale che ha acquisito la documentazione, scattato foto e redatto un verbale che lunedì sarà oggetto di un’istruttoria del settore Verde che procederà a un’accurata verifica del documenti raccolti per stabilire che sia tutto in regola, tra cui un certificato che prevede la facoltà di abbattere la pianta in presenza di malattia. Ed è questa la motivazione addotta dal nuovo proprietario e supportata da relativa documentazione: «Un albero secolare è un bene prezioso, tanto più in centro storico» esordisce una residente «quindi vorrei sapere il motivo per cui un tiglio che era qui da decenni, e che tutti ammiravamo, sia stato abbattuto, se sia per una ragione di edilizia o di salute. Io non sono una botanica, ma quell’albero sembrava a tutti forte e rigoglioso». Chiosa una vicina: «L’albero sorgeva a ridosso delle mura, quindi non sembrava di intralcio ad eventuali progetti del proprietario, tagliare una pianta del genere rappresenta una perdita per tutti e per questo, forse, meritava un approfondimento maggiore. Chi ha dato le autorizzazioni se ne assumerà la responsabilità. Resta il fatto che ormai l’albero è andato».

«I vigili non mi hanno detto nulla della documentazione acquisita» prosegue Tosi mettendo la faccia su una protesta diffusa «solo che potevo intraprendere un’azione formale, come una richiesta di accesso agli atti. Ed è quello che intendo fare: ho già scritto al Comune e voglio andare a fondo della questione. Già qualche mese fa, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione era stata abbattuta la paulonia, un’altra pianta spettacolare, antica, che tutto aveva meno che l’aria di essere ammalata. Vorremmo capire quale sia il progetto dietro l’abbattimento di questi alberi».

Al di là delle ragioni e dei permessi, un pezzo di storia del verde della città se n’è andato per sempre.

Sembra che fosse davvero malato, che fosse un “raffreddore” o un male incurabile, poco importa, aveva cominciato a scavare. E c’è già chi si accontenterebbe di veder crescere un nuovo fusto al suo posto. Una sorta di passaggio di testimone, una nuova storia da raccontare, per chi verrà dopo. —

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