Lezioni a distanza nel 40 per cento delle scuole superiori padovane
Mancano gli spazi, si torna alla dad. Esplode la rabbia dei genitori: «I ragazzi resteranno indietro nell’apprendimento»
Felice Paduano
PADOVA. Lo “spettro” del ritorno della didattica a distanza dopo i quattro mesi dall’ultima settimana di febbraio fino alla fine dell’anno scolastico 2019-2020, diventa sempre più realistico anche per il ritorno sui banchi a settembre.
In base ai dati diffusi dall’Ufficio Scolastico Provinciale - in continuo aggiornamento - le lezioni a distanza si faranno nel 40% dei 69 istituti superiori della città e della provincia, tutti di competenza dell’amministrazione provinciale. Questo almeno per i primi mesi. In tutto gli studenti delle superiori sono 37 mila: 15 mila quelli che dovranno misurarsi con la Dad anche per il prossimo anno scolastico.
Una soluzione che fa scattare la rivolta dei genitori che avevano chiesto il ritorno in classe dei ragazzi. La decisione assunta inizialmente da otto scuole (Calvi, Ruzza, Duca D’Aosta, Nievo, Einaudi, Gramsci, De Nicola e Mattei), si è diffusa dunque ad altri istituti scolastici del Padovano. In pratica la didattica a distanza diventa necessaria in quelle scuole dove non ci sono spazi a sufficienza per ospitare le nuove aule anti-covid (meno studenti e distanziati).
Alcuni istituti sono invece riusciti a reperire le aule. Alla media Zanella, all’Arcella, alcune classi troveranno posto all’interno della parrocchia limitrofa di Sant’Antonino, mentre al Duca degli Abruzzi-San Benedetto da Norcia, la preside Concetta Ferrara ha deciso di trasformare in aule per le lezioni alcuni laboratori ed anche la sala mensa. Alla scuola elementare Diego Valeri, facente parte sempre dell’Undicesimo Comprensivo, i ragazzi di due classi andranno a fare scuola nelle aule dove, abitualmente, vanno a studiare gli adulti del Cpia (ex 150 ore). In pratica alla mattina ci vanno a fare a scuola i piccoli della Valeri e al pomeriggio, dopo le 16, gli stranieri del Cpia. E anche i primi collegi dei docenti dell’anno scolastico 2020-2021 si terranno in videoconferenza e non in presenza perché, quasi dappertutto, si tratta di mettere insieme almeno cento persone.
Immediata la reazione delle associazioni dei genitori. «Ce l’aspettavamo», dice Costanza Margiotta, docente universitaria che ha manifestato contro la Dad «Come mai le istituzioni competenti non si sono mosse prima per reperire le aule ? Ancora tanta didattica a distanza, che, a questo punto, rischia di durare sino alla vigilia di Natale oppure anche oltre. Ancora tanti studenti, di solito i più deboli, che resteranno indietro nell’apprendimento». E il 12 settembre è convocata l’assemblea provinciale “Priorità alla Scuola” con genitori, docenti e studenti in vista della manifestazione che si terrà a Roma.
Andrea Rossi, presidente consiglio d’istituto Curiel: «Per evitare dad utilizzare anche spazi esterni in giardino». E studenti a casa a rotazione. —
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