Il professor D’Alpaos: «Idrovia da completare: valore trasportistico e ambientale notevole»
L’esperto applaude l’impegno del Governo: «Opera essenziale per la difesa dalle piene, ora i fondi»
LUCA PREZIUSI
PADOVA. «È un’opera da completare perché ha un valore ambientale non indifferente e, se gestita in maniera opportuna, potrebbe avere un ruolo per mitigare anche i processi erosivi in laguna. È fondamentale anche dal punto di vista trasportistico e chi dice il contrario parla solo per muovere la lingua». La voce è quella autorevole (e sempre pepata) di Luigi D’Alpaos, professore emerito di Idraulica e Idrodinamica del Bo. L’opera di cui si parla è l’idrovia.
DIBATTITO
Dopo l’ok del Parlamento alla mozione presentata dal deputato padovano Roberto Caon di Forza Italia che impegna il Governo a completarla, e l’ipotesi che possa essere realizzata all’interno del progetto del Gra (Grande raccordo anulare) di Padova, il dibattito sull’efficacia dell’idrovia si è riacceso. Parliamo del canale scolmatore e navigabile, già costruito nella sua parte iniziale e finale (il 60% dell’opera), che si snoda dall’interporto di Padova fino alla laguna di Venezia, permettendo (in caso di piena) di divergere una parte delle acque del fiume Brenta verso la laguna.
PRO E CONTRO
Tutti contenti perché fungerebbe da bacino di laminazione ed eviterebbe esondazioni e allagamenti di Brenta e Bacchiglione, ma altrettanto scettici sul fatto che un’opera immaginata negli anni Settanta possa ancora servire anche per la navigazione del trasporto merci. Dubbi espressi nei giorni scorsi sia dai vertici di Interporto che da alcuni amministratori locali, i quali ritengono ormai economicamente insostenibile quella parte di progetto.
D’Alpaos invece la vede in maniera opposta. Fu lui a realizzare nel 2006 la simulazione che prevedeva cosa sarebbe accaduto se si fosse verificata un’alluvione, paragonabile poi a quella effettivamente avvenuta 4 anni dopo. Ancora oggi è tra i massimi esperti di idraulica in Europa, e su quell’opera ha ancora una clausola di supervisione per la Regione. L’ipotesi di completarla lo entusiasma e non condivide i dubbi sulla capacità trasportistica: «È un argomento complicato, che lo diventa di più quando intervengono personaggi che non hanno alcuna competenza», attacca.
«Vorrei sapere chi ha stabilito che non si può più trasportare? È l’economia a dirci se può avere valore trasportistico e non un sindaco o il rappresentante di un ente portuale. Se l’idrovia venisse concepita nella quinta classe di navigazione (passaggi di navi lunghe da 95 a 185 metri e in grado di trasportare fino a 3000 tonnellate di merci, ndr) potrebbe tranquillamente esistere. Ma fino a quando si parlerà a vanvera si faranno solo azioni di retroguardia. Purtroppo chi ha il compito di prendere queste decisioni non conosce la materia e vive fuori dal mondo. Meno male che almeno è stata stralciata l’ipotesi drammatica della camionabile».
D’Alpaos difende invece il fine ambientale dell’opera: «L’idrovia serve per la difesa dalle piene ed è un’opera decisamente notevole dal punto di vista ambientale. Non mi stupisce che in parlamento ci sia stato un voto plebiscitario. Chi si metterebbe di traverso ad un’opera del genere? Ora però è fondamentale che si parta veramente e si trovino le risorse».
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