Vigneti e piante medicinali In mezzo al traffico di Padova
Sbocciano giardini urbani. Il Comune ha stanziato quasi 300 mila euro per abbellire le rotonde in mezzo alle strade, piante e opere d’arte con un omaggio all’equilibrio cosmico
Luca Preziusi
PADOVA.
Vigneti, betulle, rose, piante medicinali, lastre di roccia e persino un cenno all’equilibrio cosmico. Sono i nuovi abiti delle rotonde padovane, che negli ultimi due anni hanno assunto una vera e propria personalità “green”. Oltre a migliorare il traffico quindi, sono entrate di diritto nell’arredo urbano della città. Non più rondò di cemento o un semplice praticello, ma veri e propri giardini urbani. Una scelta dell’assessore al Verde Chiara Gallani, sostenuta poi dalla giardineria comunale e dal resto della Giunta, che nell’abbellimento delle rotonde ha investito quasi 300 mila euro (in alcuni casi i fondi sono stati reperiti dagli sponsor).
E allora, viaggiando in auto, in moto o in bici per la città, ci s’imbatte in diverse rotonde di pregio, sia in periferia che in centro, fino ai confini con le tangenziali. Come quella all’incrocio tra via Antonio Grassi e via Pietro Maroncelli, dove addirittura è stato impiantato un vigneto, con vitigni di uva fragola a grappoli, iris e rosmarino. Non troppo lontano, tra le vie del Pescarotto e Venezia, con un gioco tra terra, verde e piante, è stato riprodotto uno schizzo dell’equilibrio cosmico.
Le rotatorie "green" di Padova, tra piante medicinali e sculture
E ancora, in centro, rotonda a stella tra viale Codalunga e via Giotto; all’incrocio tra via Bembo e la tangenziale Sud c’è la rotonda con i grandi carpini bianchi, mentre in quella nei pressi dell’ospedale Giustinianeo, tra via Sografi e via Gattamelata, per omaggiare il lavoro dei sanitari sono coltivate piante medicinali. E ai piedi del cavalcavia Borgomagno (lato Arcella), le rose circondano il grande faggio al centro della rotonda, come in corso Milano, via Goito, via del Plebiscito, via Tommaseo, via Sacro Cuore, piazzale Porta San Giovanni, Porta Savonarola, via Giordano Bruno e via Paolo Sarpi.
Anche le tre rotonde di viale Codalunga, quelle dall’altra parte del cavalcavia Borgomagno, che dall’Arcella portano verso il centro, sono state abbellite con alberi e lastre di roccia ardesia, come nei giardini più chic (in questo caso ha sponsorizzato la Despar).
Manca solo la principale, la più grande, all’incrocio con via Tommaseo, che è in fase di ultimazione.
«È dal 2018 che abbiamo ripreso in mano questi progetti» racconta l’assessora Gallani «perché li riteniamo molto preziosi per rendere più bella la nostra città. Abbiamo scelto di farlo anche attraverso il verde, la cura e l’invenzione di disegni fioriti, frutto del lavoro del settore che mantiene la sua giardineria pubblica. Senza di loro e il loro amore per Padova non sarebbe possibile avere un’attenzione sistematica».
Ed è proprio nella giardineria comunale che si progettano le rotonde fiorite, le aiuole (anche di queste ce ne sono di nuove in giro per la città) e tutti i decori che hanno a che fare con il verde, dalla fioriera su un lampione, agli addobbi per gli eventi, fino alle alberature e ai rondò. «I giardinieri sono encomiabili, perché curano e annaffiano quotidianamente tutte le piante, seguono le serre, riparano le attrezzature e inventano» chiude Chiara Gallani «e la giardineria ormai per noi è un po’ la nostra casa del verde, della cura quotidiana e di quella straordinaria. Non tutte le città ne hanno una e la passata amministrazione la stava smantellando, mentre noi ne siamo orgogliosi e stiamo cercando di farla rifiorire. Vorrei evidenziarlo: le Giunte non sono tutte uguali». —
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