Padova e la scalinata dei ragazzi. Ore 2, scatta lo sgombero. Cacciate 60 persone
Come disposto dal questore sabato notte sono entrati in azione i vigili urbani. «L’intervento si basa su motivazioni di disturbo della quiete pubblica»
Enrico Ferro
PADOVA.
Quando mancano cinque minuti alle due di notte, sette vigili urbani in divisa di ordinanza assumono le sembianze di un piccolo plotone e, stretti gomito a gomito, si dirigono verso la Loggia della Gran Guardia. Grappoli sparsi di giovani osservano piazza dei Signori dall’unica seduta gratuita del centro storico fino a che il drappello in divisa non sbarra la visuale. «Sono le due, sloggiare». Così nel sabato notte padovano va in scena lo sgombero della scalinata dei ragazzi.
L’ex sindaco leghista Massimo Bitonci, durante il suo breve mandato, propose di costruire intorno alla Gran Guardia una cancellata per impedire il bivacco. Si concluse con un nulla di fatto, grazie alla resistenza di chi rifiutava la logica della “città fortezza”. Ma quel luogo continua a essere considerato un punto caldo nella geografia della movida cittadina, anche per via delle proteste di due nuclei familiari che si affacciano su piazza dei Signori. Dunque gli scalini dell’edificio rinascimentale, realizzato a partire dal 1496, sono entrati a pieno titolo tra gli argomenti delle riunioni a tema ordine pubblico. Il questore Isabella Fusiello, nella sua ultima conferenza stampa, l’ha detto chiaramente: «Ho dato disposizione che dopo le 2 di notte, l’orario di chiusura degli esercizi, le nostre pattuglie liberino la Gran Guardia da persone che possono arrecare disturbo».
La possibilità di vivere la piazza viene quindi legata indissolubilmente all’attività commerciale dei locali. E quando questi ultimi chiudono le serrande come da regolamento municipale, tutti a casa o, comunque, non lì.
Interventi sporadici c’erano stati anche l’anno scorso ma sempre sulla base delle segnalazioni sei cittadini, circa situazioni di disturbo della quiete pubblica. Quello di sabato notte, però, è un intervento diverso, strutturale, istituzionalizzato. La squadra di vigili urbani incaricata di osservare la serata in piazza per evitare situazioni pericolose dal punto di vista del contagio, alle due meno cinque minuti è entrata in azione per liberare la scalinata. Poco distante c’era la volante della polizia, pronta a intervenire in caso di bisogno.
Il principio a cui si appellano le forze dell’ordine è quello del disturbo della quiete pubblica. «C’erano notti in cui su quella scalinata abbiamo contato anche duecento persone», raccontano dal comando dei vigili. Sono per lo più studenti. «Ma lì non possono consumare alcolici» precisa Lorenzo Fontolan, comandante della polizia municipale. «E nemmeno suonare strumenti musicali».
Ciò che emerge è che lo sgombero non sarà sistematico ma tarato sulla quantità di persone presenti. Se ce ne sono tre, nessuno li caccerà via. Dopo aver riparametrato il centro storico sulla base delle esigenze commerciali dei gestori dei locali, con i plateatici che sbordano da vicoli e piazze e piazzette, la nuova esigenza è quella di individuare spazi per una socialità fruibile anche dopo le due di notte e, magari, senza che sia necessario sborsare quattrini. La presenza degli studenti, tra vacanze e post Covid, è ridotta ma tra qualche mese, con la ripresa delle lezioni, potrebbe diventare una esigenza impellente. —
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