«Il marchio Unesco per Giotto è un moltiplicatore culturale»
Cesi sui possibili effetti del riconoscimento: «Il percorso che lega i siti coinvolti come volano per far scoprire la città»
SILVIA QUARANTA
PADOVA. Il riconoscimento della Cappella degli Scrovegni come patrimonio Unesco fungerà da moltiplicatore dell’offerta culturale di Padova, legando insieme un vasto patrimonio grazie al filo rosso dell’affresco trecentesco. A sostenerlo è Adele Cesi, responsabile del “focal point” nazionale per la Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’Unesco al Ministero dei beni culturali.
«Dare alla Cappella degli Scrovegni in questo contesto culturale, che è fondamentale per capire Giotto» dice Cesi «significa anche moltiplicare l’offerta culturale di Padova, in un ambito, quello del centro storico, che è ricchissimo. La percorrenza tra i vari luoghi lega insieme un patrimonio straordinario di affreschi trecenteschi, e al contempo fa conoscere al visitatore anche altri luoghi di grande interesse artistico, di cui la città è ricca». Cesi è intervenuta ieri nel corso di un webinar organizzato dal club per l’Unesco di Padova, che chiude un ciclo di tre incontri dedicati alla “cultura che cura”.
Secondo protagonista dell’incontro di ieri, insieme alla Cappella degli Scrovegni, è l’Orto Botanico, già inserito nel patrimonio mondiale Unesco ancora nel 1999. Negli ultimi anni l’ateneo ha investito molto in termini di utilizzo e di marketing, rendendo il giardino della biodiversità una sede istituzionale a tutti gli effetti. Lo dimostrano anche i numeri, illustrati dal prefetto Barbara Baldan: tra il 2016 e il 2019, gli eventi ospitati dall’Orto Botanico sono passati da 58 a 124.
«Ci siamo sforzati di coinvolgere il più possibile il pubblico» spiega Baldan, «con tante che possano invogliare i visitatori a venire e ad essere fidelizzati, quindi a ritornare non solo come turisti ma come persone consapevoli che questo sito appartiene anche a loro». Non è propriamente un sito, ma afferisce all’Unesco anche la cattedra “Diritti umani, democrazia e pace” , istituita nel 1999 con apposita convenzione tra l’Unesco e l’Università di Padova. Il principale promotore fu il professor Antonio Papisca, ricordato ieri dal collega ed “erede” Marco Mascia. —
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