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Parte da Cittadella un tour per aiutare le associazioni

Silvia Bergamin
1 minuto di lettura

CITTADELLA

Un tour che attraverserà tutta Italia per consegnare 50 mila mascherine ad associazioni in prima linea a supporto della disabilità, unendo dimensione sociale e desiderio di riunire le persone nel segno della sostenibilità.

Parte domani da Cittadella la carovana “Mask to (free) ride”, un’iniziativa di rara bellezza e intensità organizzata – tra gli altri – da CrossAbili, associazione di San Martino di Lupari, fondata da Mattia Cattapan. Trent’anni, paraplegico dal 2013 a causa di un incidente durante una gara di Enduro, Mattia ha deciso di non darsi per vinto e di fare della sua passione per i motori uno strumento di inclusione. Due furgoni e sei persone d’equipaggio; oltre che da CrossAbili, il team sarà composto da Nicola Barchet, presidente di Giesse Risarcimento Danni e da Alvaro Dal Farra, fondatore del team di freestyle motocross DaBoot e da sempre attento alle tematiche sociali; e poi due gruppi di piloti professionisti e semiprofessionisti che praticano motocross, quad e motoslitta freestyle; Christian Tasso, fotografo specializzato sul tema della disabilità nel mondo; Cristopher Breda, fotografo e videomaker; Angie Lanotte, come ufficio stampa. In ogni regione si aggiungeranno alcuni testimonial legati al mondo sportivo e non, a partire da Oscar De Pellegrin, campione paralimpico di tiro con l’arco.

«Sarà il primo tour on the road post lockdown» , spiega Mattia, «con i due furgoni personalizzati percorreremo tutta l’Italia per consegnare dispositivi medici a strutture che necessitano di questo tipo di materiale. In piena sicurezza e nel rispetto delle normative. Il tour durerà dodici giorni: partendo dalla città murata andremo a toccare Piemonte, Liguria, Toscana, Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Umbria, Emilia Romagna, si rientrerà il 13 giugno» .

Gli organizzatori desiderano «creare un ponte di collegamento tra le regioni, che annulli le differenze durante il suo percorso. Un collegamento per recuperare quanto di meglio ci siamo lasciati alle spalle, cioè l’incontro con l’altro, ma senza la frenesia, con un viaggio a velocità sostenibile. Con la consapevolezza di voler stare insieme usando la mascherina come unico filtro» . Il desiderio è accendere i riflettori su luoghi e persone che – nella lunga quarantena – spesso sono stati dimenticati. Nel corso del viaggio verranno distribuite 50 mila mascherine personalizzate, uno dei modelli sarà trasparente in coincidenza della bocca per consentire la lettura del labiale a chi convive con una disabilità uditiva: «Desideriamo agevolare e creare giocosamente un’abitudine ad indossare le mascherine anche in persone con disabilità, per le quali avere qualcosa davanti alla bocca non sempre è semplice. L’aiuto», sottolinea Mattia, «sarà esteso anche a familiari e parenti che quotidianamente affiancano i propri cari all’interno delle strutture».

Silvia Bergamin

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