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Coronavirus a Padova, corre senza mascherina: aggredito e pestato a sangue

Protagonista della disavventura un ingegnere di Sant’Agostino di Albignasego. Stava facendo jogging con il cagnolino: «C’è un clima da caccia alle streghe»

Cristina Genesin
2 minuti di lettura
L'ingegnere picchiato e il luogo dell'aggressione 

PADOVA. Un clima da «caccia all’untore» di manzoniana memoria forse amplificato dall’isolamento e dalla paura che ha blindato le vite di ognuno di noi. E la furia più cieca può scatenarsi anche nel vicino di casa dall’apparenza pacifica. Così è accaduto a un ingegnere cinquantenne residente a Sant’Agostino di Albignasego, picchiato a sangue perché faceva jogging senza mascherina. Il risultato? Le fratture del naso e dell’orbita destra, ematomi e contusioni al tronco e agli arti con una prognosi di 30 giorni.

L’aggressione

«Sono sconvolto... Credevo di vivere in un quartiere tranquillo e scopro che, d’improvviso, si può scatenare una violenza e ferocia inaudite e inspiegabili».



Sono le 19 di venerdì in via Caravaggio un tranquilla strada della frazione di Albignasego. «Stavo facendo una corsa in tenuta sportiva, avevo una felpa intorno al collo pronto ad alzarla sul viso se avessi incrociato qualcuno. In linea d’aria ero a un centinaio di metri da casa. Non c’era anima viva, ero solo con il mio cagnolino» racconta l’ingegnere. Dall’altra parte della strada, vicino alle scuole elementari, ci sono due uomini, probabilmente padre e figlio, il primo sui 55 anni, il secondo sui 25. «Prima hanno cominciato a urlare contro di me volgari insulti di ogni genere, poi sono arrivati alle minacce “te copo” e “vien qua che te dago”». A quel punto l’ingegnere, complice il cagnolino che si era fermato, ha fatto alcuni passi in direzione dei due mantenendo sempre la distanza di sicurezza. «“Come vi permettete? Non avete il diritto di insultarmi” ho detto facendo notare che non indossavano i guanti. All’improvviso mi sono saltati addosso facendomi cadere a terra. E a quel punto ho visto che il figlio non aveva la mascherina». Subito inizia il pestaggio: «Sono finito carponi sull’asfalto. Il padre, sopra la mia schiena, mi teneva a terra facendo pressione con le ginocchia e i gomiti mentre il ragazzo ha cominciato a prendermi a pugni sul viso e in testa. Io cercavo di divincolarmi e loro continuavano...». Quel tempo è parso infinito al professionista. «Sarà durato almeno un quarto d’ora. Erano pugni continui e io sanguinavo dal naso, avevo tutto il volto sporco... Cercavo di divincolarmi ma non ci riuscivo».



La pattuglia

Sono stati i due aggressori a chiamare il 112. «Mi hanno bloccato fino all’arrivo dei carabinieri. Continuavano a urlare “dovete multarlo perché correva senza mascherina..”. Erano molto su di giri tanto che i militari hanno intimato loro di stare zitti, poi hanno chiesto a tutti le generalità e chiamato un’ambulanza». Alla fine a bordo del mezzo di soccorso è finito il ragazzo che sosteneva di avere un attacco d’asma. L’ingegnere è stato accompagnato dalla moglie al Pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera di Padova dove è arrivato intorno alle 20.15 e lì è rimasto per accertamenti fino alle 3 di notte. «Mi hanno sottoposto a Tac, radiografia e visita orl e oculistica; per lunedì mi hanno prescritto la visita dal chirurgo maxillo-facciale». L’esperienza è stata traumatica: «Ovviamente farò denuncia. La cosa che mi fa più male? Questo clima da caccia alle streghe o all’untore è davvero brutto: la gente giudica dai balconi di casa, senza riflettere».

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