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Coronavirus a Padova, tutte le istruzioni per ottenere i buoni spesa

Il sindaco Sergio Giordani ha disposto i controlli “ex post”. «Rischiamo qualche furbo ma tutti avranno da mangiare»

Claudio Malfitano
3 minuti di lettura

PADOVA. «Preferisco qualche “furbetto” in più, che proveremo comunque a stanare, piuttosto che il rischio di lasciare qualcuno senza mangiare». In tempi di emergenza si fa appello al buon senso e all’onestà dei padovani. Per questo il sindaco Sergio Giordani non ha dato indicazioni stringenti sulla distribuzione dei buoni spesa, che inizierà già oggi. Basterà un’autocertificazione in cui ogni beneficiario conferma di rispettare tutte le condizioni per ottenere il contributo. Se poi quanto dichiara non corrisponderà al vero sarà verificato dopo.

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arrivati con finanza e carabinieri

Ieri pomeriggio sono arrivati a Palazzo Moroni i primi 17.600 buoni da 20 euro ciascuno che saranno distribuiti ai padovani in difficoltà. Non chi vive sotto la soglia di povertà, che è già seguito dai Servizi sociali. Ma coloro che hanno perso il reddito a causa dell’emergenza sanitaria.

Il totale dei buoni stampati è di 352 mila euro, una prima tranche del contributo di 1.113.694 euro che spetta a Padova sui 400 milioni stanziati dal governo per affrontare l’emergenza alimentare. Gli scatoloni con i buoni, sempre sotto la scorta dei militari dell’Arma, sono stati poi depositati nel caveau della banca Mps per evitare il rischio di furti.

«La sicurezza delle operazioni di stampa è stata assicurata da militari del Comando provinciale di Padova – sottolinea in una nota la Guardia di Finanza – I militari hanno poi cautelato con sigillo di Stato i cliché in zinco utilizzati per una particolare stampa in rilievo che ne impedisce la contraffazione».

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il pallino in mano ai sindaci

«Sono soddisfatto perché in pochissimi giorni abbiamo organizzato tutto. E adesso, grazie al vasto mondo del volontariato padovano, siamo pronti a partire», osserva il sindaco Sergio Giordani.

E a chi gli chiede delle polemiche di molti sindaci (soprattutto di Lega e centrodestra) sulla decisione di lasciare in mano ai comuni la gestione degli aiuti, Giordani risponde caustico: «Ma vi pare che lo Stato avrebbe mai potuto gestire un’operazione così? Ci sarebbero volute settimane – commenta – Invece il Comune di Padova si è attrezzato in pochi giorni».

«Già lunedì scorso alla mia segreteria e ai nostri servizi sociali sono già arrivate le prime richieste di un sostegno per il cibo. Non potevamo perdere un secondo nel diventare operativi – ha poi proseguito il primo cittadino – Le risorse che abbiamo ci permettono di coprire le richieste ragionevolmente intanto fino alla fine del mese di aprile».

Oggi il via alla distribuzione

I buoni spesa non devono essere ritirati in Comune né in nessun altro luogo. Impossibile pensare a una distribuzione pubblica per il rischio di assembramenti. L’unica soluzione è la consegna a domicilio. Ma non è facile per un’amministrazione organizzare un’operazione del genere. In supporto a Palazzo Moroni è così arrivato il mondo del volontariato: c’è il progetto “Per Padova noi ci siamo”, attivato alcune settimane fa assieme a Diocesi e Csv (centro servizi volontariato) proprio per gestire la crisi del Coronavirus. Nei giorni scorsi 800 volontari hanno portato le mascherine nelle case degli over74 che vivono da soli. Potranno fare lo stesso nei prossimi giorni con i buoni spesa.

«Devo ringraziare tutti coloro che hanno reso attivo questo progetto e le centinaia di volontari che si sono messi a disposizione – conclude il sindaco Giordani – Cercheremo di venire incontro a tutti, di non lasciare indietro nessuno».

Il numero da chiamare
 
Chiamare lo 049.2323009 e dimostrare di avere tutti i requisiti necessari per avere i buoni spesa. Sono poche semplici mosse per aiutare chi è in difficoltà con l’emergenza sanitaria. Ecco tutte le indicazioni utili.
 
Come fare richiesta
 
Modalità di accesso rigorose ma semplici per evitare troppe complicazioni durante l’emergenza: è stata questa l’indicazione del primo cittadino. Perciò per chiedere i buoni spesa bisogna chiamare il numero 049.2323009 centralino del progetto “Per Padova noi ci siamo”, opportunamente rinforzato con nuovi operatori. Oppure c’è la possibilità di mandare una mail a chiamacipure@comune.padova.it. 
 
A questo punto sarà verificata con i servizi anagrafici del Comune la composizione del nucleo familiare e assegnato un numero di buoni dalla durata di 15 giorni. Ci sarà una scheda per ogni beneficiario, ottenibile con una autocertificazione. I buoni spesa saranno consegnati a domicilio per evitare assembramenti. Avranno delle scadenza scaglionate.
 
i criteri per ottenere i buoni 
 
Bisogna specificare innanzitutto che non sono voucher per le persone che vivono con un reddito al di sotto della soglia di povertà. Questi infatti sono già assistiti dai Servizi sociali. I buoni spesa serviranno per aiutare coloro che, a causa dell’emergenza in corso, hanno perso il proprio reddito. Un negoziante che ha chiuso, un professionista che non lavora più, lavoratori a progetto o precari, e tante diverse tipologie di problemi legati al lockdown. 
 
A chi farà richiesta il Comune chiederà di rientrare in questi parametri: non avere liquidità sufficiente nei conti correnti postali o bancari, propri e del proprio nucleo familiare; non avere titoli mobiliari o di Stato, obbligazioni, buoni fruttiferi, investimenti finanziari o similari; non beneficiare di ammortizzatori sociali; non essere titolare di pensione o di altre rendite economiche; non essere beneficiario di Reddito di cittadinanza, Reddito di inclusione o di sostegni e contributi comunali.
 
Controlli successivi alla consegna
 
L’amministrazione «confida molto sul buon senso e sulla responsabilità dei cittadini», ha più volte affermato il sindaco Sergio Giordani. Ma ovviamente anche per evitare che siano distratti fondi a chi ne ha realmente bisogno potranno essere fatti controlli a campione e anche controlli a fine emergenza. 
C’è la collaborazione della Guardia di Finanza per evitare contraffazioni e truffe. I buoni infatti hanno una particolare stampa in rilievo che ne impedisce la contraffazione. 
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