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Accordo Hera-Ascopiave, interviene l’Antitrust

Dopo l’istruttoria dell’Autorità sull’acquisizione dei rami del gas, esplode la polemica politica. Lonardi: «Uno scandalo»

A.P.
2 minuti di lettura

PADOVA. «Il ricongiungimento delle due parti in un medesimo disegno, oltre ad eliminare un potenziale futuro concorrente, potrebbe scoraggiare la partecipazione alla futura gara». Così l’Antitrust, in una delibera pubblica, annuncia l’apertura di un’istruttoria per violazione alla concorrenza sulla concentrazione relativa alla rete Atem 1 di Padova del gas naturale, che serve la città del Santo e altri 30 comuni dell’Alta Padovana. Nel mirino l’intesa tra AcegasAps Amga spa, controllata al 100 per cento da Hera, e Ascopiave che riceverà la rete, nel quadro della più vasta alleanza con Hera, per creare il primo colosso del Nordest nella vendita (Est Energy). Se le nozze tra il colosso bolognese e la multiutility di Pieve di Soligo hanno superato l’esame dell’Autorità per la concorrenza, è invece la concentrazione legata alla rete padovana (una delle due di AcegasApsAmga spa con Udine 3 e Pordenone, tutte destinate dal 2020 alla newco di Ascopiave) a non convincere l’authority governativa.

posizione dominante

«La posizione particolarmente rilevante di AcegasApsAmga spa, non lontana dal 70 % dei punti di riconsegna, fa sì che la nuova entità creata con Ascopiave che ha tra il 5 e il 10 dei punti di riconsegna, porti a una posizione complessiva fra il 75 e l’80 % dei Pdr (punti di riconsegna, in pratica i contatori, ndr)», così recita la delibera dell’Antitrust, «prefigurando la possibilità che l’operazione possa avere effetti anticoncorrenziali nella futura gara d’ambito». In sostanza, l’Antitrust ritiene che una presenza così rilevante renda «incontendibile», o faccia ritenere tale la rete Atem 1 di Padova dagli altri operatori al momento del futuro bando. La procedura consente a AcegasApsAmga spa e Ascopiave audizione e memorie difensive: l’iter si concluderà in 45 giorni. Le società interessate non diffondono note, ma da quanto trapela la linea difensiva si muoverà sia sul fronte dei Pdr e sul limite della “rilevanza numerica”, dall’altro la casistica nazionale che vede gare partecipate anche per reti dove un operatore detiene fra l’80 e il 90% dei Pdr.

caso politico

Intanto il caso è già politico: il bitonciano Ubaldo Lonardi, vicepresidente del consiglio, attacca duramente la giunta Giordani che ha appena approvato l’operazione: «Per l’amministrazione della trasparenza e della partecipazione è una penosa smentita che viene non dalla politica dell’opposizione, ma dall’Autorità di controllo. È lo schiaffo più duro che l’amministrazione riceve e che dimostra la realtà delle cose. Con questa cessione il governo di una delle reti infrastrutturali più strategiche e delicate della città con le sue 250 cabine di distribuzione, è stato ceduto a una società di Pieve di Soligo che si troverà proprietaria e dovrà garantire, non si sa con quali risorse soprattutto professionali, l’efficienza di questa infrastruttura. È uno scandalo: il sindaco torni in Consiglio per spiegare ai consiglieri e a tutti i cittadini, il guaio in cui si è cacciato» .

la difesA

L’assessore Micalizzi fa quadrato: «La verifica è un atto dovuto. Hera e AscoPiave, come si fa in questi casi, hanno comunicato l’operazione all’Antitrust che, come accade sempre, deve fare le normali verifiche. L’operazione è legittima, bisogna solo verificare i pesi in gioco perché siano rispettati gli equilibri del libero mercato. Lonardi vede del torbido dove non c’è: è lo stesso atteggiamento sbagliato che lo ha portato a votare contro l’acquisizione della Prandina al Comune». —

A.P.

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