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Manichini-cadaveri di migranti, l'installazione choc di Padova

Ne piazzale della stazione la performance dell’artista Dodicianni assieme al gruppo Avvocati di strada. Lega e Fratelli d’Italia insorgono. «Padovani scossi, ma non indifferenti»

Luca Preziusi
2 minuti di lettura

PADOVA. L’odio sociale c’è. È verità. Nel mirino c’è ancora lo straniero. C’è il “foresto”. Poi c’è chi tutto questo prova a combatterlo, misurandosi di persona con i fatti, mettendoci la faccia e provando a reagire, chi in mare e chi in strada. C’è Carola della Sea Watch che sfonda i muri navali del Mediterraneo e porta gli immigrati a Lampedusa, e ci sono gli avvocati di strada di Padova che inaugurano il loro festival “Right2City” (in città fino al 30 giugno) scioccando pendolari e turisti alla stazione.

Padova, installazione shock sui migranti morti e l'odio social



Una serie di manichini “cadavere” sdraiati per terra davanti alle ferrovie, coperti da un lenzuolo bianco. Ai loro piedi le didascalie con le peggiori frasi raccolte in giro per Padova sul destino da riservare ai richiedenti asilo. Perché quelli, non solo figurativamente, sono i loro corpi ripescati dal mare. Un’installazione provocatoria dell’artista veneziano Andrea Dodicianni che ieri è rimasta esposta tutta la mattina in piazzale Stazione, suscitando le reazioni più disparate da parte dei passanti. E nel frattempo, avendo voluto lanciare un messaggio evidentemente politico a favore dell’accoglienza, provocando anche le accuse di speculazione da parte degli esponenti politici più a destra (Lega e Fratelli d’Italia). Eppure Padova ha risposto diversamente.



In moltissimi si sono avvicinati per confrontarsi con l’autore e con gli avvocati di strada. Molti di meno quelli che li hanno insultati.

«Ho portato questa installazione in altre città (in Veneto a Rovigo e Marostica, ndr), ma Padova è quella che ha dimostrato più attenzione e sensibilità al tema – spiega Dodicianni –. Appena abbiamo messo giù i corpi ovviamente la gente è rimasta scioccata, e ho avuto difficoltà a gestire la calca. Le reazioni sono state molto al di sopra delle nostre aspettative, e questo mi ha decisamente rincuorato».



Non è mancato però il dissenso: «C’è stato sì, ma non sono caduto nelle provocazioni perché non sarebbe stato giusto polemizzare in questo luogo. L’arte suscita delle reazioni, che siano positive o negative è giusto che lo decida chi guarda l’opera. Il mio messaggio è chiaro. Io mi occupo di persone, di rapporti e relazioni». «Il 90 per cento delle persone che si sono avvicinate sono rimaste scosse dalla presenza dei cadaveri, ma poi ha voluto approfondire e condividere il nostro messaggio mostrandoci forte empatia – ha raccontato Nicola Galati, uno degli avvocati di strada –. Poi c’è il resto, cioè una piccola percentuale di persone che ha preferito polemizzare e sollevare delle obiezioni sulla scelta di accogliere o meno gli immigrati».

Già, gli immigrati. Anche alcuni di loro ieri erano in stazione. Avevano tratti meno cupi e meno soli. «Se non vanno via con le buone, è giusto che vadano via con le cattive» è uno dei commenti raccolti da Dodicianni usati come didascalia per spiegare la sua opera. Siamo sulla buona strada. —


 

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