PADOVA. Hanno cercato in tutti i modi i sanitari del 118 di tenerlo in vita, prima con il massaggio cardiaco, poi con il defibrillatore e con una flebo di adrenalina. E in un primo momento ce l’hanno fatta. Il cuore ha ricominciato a battere.
Trasportato al pronto soccorso, dopo due ore estenuanti di lotta contro la morte, è stato ricoverato in rianimazione all’ospedale San Antonio. Fino a ieri pomeriggio, quando il cuore di Z. K. , 28 anni appena, ha smesso definitivamente di battere. È successo nella serata di inaugurazione del Padova Pride Village in Fiera. Mentre la gente affollava gli stand, tra i baracchini delle birre e dei panini, i paramedici del 118 facevano di tutto per salvare la vita del giovane. I soccorsi sono stati immediati.
La folla di persone è stata subito allontanata e il ventottenne stramazzato a terra è stato prontamente soccorso. Per non turbare i presenti, ma allo stesso tempo non muovere il ragazzo compromettendo le sue condizioni già molto critiche, sono stati disposti dei teli, quasi fossero dei paraventi a dividere la vita e il divertimento, dalla tragedia e la concitazione di quegli attimi. Non è chiaro ancora cosa abbia portato il 28enne ad avere l’attacco cardiaco che alla fine si è rivelato fatale. Alcuni testimoni raccontano di averlo visto mentre preso da un attacco d’asma si spruzzava un farmaco broco-dilatatore. Subito dopo si è avvicinato a un bar. Ha chiesto dell’acqua, che però, forse per le sue condizioni già compromesse, oppure per la concitazione dovuta alla mancanza d’ossigeno, gli si è rovesciato addosso. Poi è caduto a terra privo di sensi. «Il ragazzo, che all’anamnesi aveva problemi respiratori, asmatici in particolare, ha avuto un arresto cardiaco. Non è chiaro se l’attacco sia nato in seguito a questi problemi, e cioè che abbia avuto un arresto respiratorio e in seguito un arresto cardiocircolatorio», ha spiegato la dottoressa Monica Briani, direttore del presidio ospedaliero Sant’Antonio. Il cuore del 28enne si sarebbe fermato una prima volta, poi in seguito alle manovre salva-vita, si sarebbe ripreso, salvo avere altri piccoli arresti. Quando è arrivato all’ospedale Civile il cuore batteva ma le sue condizioni erano disperate.
«Il fatto che l’ossigeno non sia arrivato per molto tempo al cervello gli aveva sicuramente provocato dei danni celebrali. Certo, il fatto che fosse giovane, faceva sperare che resistesse». E invece non c’è stato nulla da fare. Per quanto riguarda le analisi tossicologiche, per capire se il giovane avesse bevuto eccessivamente o avesse fatto uso di sostanze stupefacenti, sono stati presi i campioni del sangue, ma i risultati non sono ancora disponibili.
Il 28enne era noto alle forze dell’ordine in quanto aveva dei precedenti per spaccio. Una settimana fa, mentre era in bicicletta in via Porciglia, gli era stato notificato diniego alla richiesta di permesso di soggiorno. Ieri invece, non appena hanno appreso la notizia, al suo capezzale all’ospedale Sant’Antonio sono arrivati i parenti e gli amici che il 28enne aveva in Italia. Hanno sperato fino all’ultimo che ce la facesse, invece tutto è terminato nella disperazione. —
Alice Ferretti