Padova, a nove anni ha accudito il padre morente: scatta la gara di solidarietà per aiutarlo
Le mamme dei compagni di classe pagano il funerale e la parrocchia delle Cave mette a disposizione un conto corrente
Elvira Scigliano
PADOVA. Cesare è un nome di fantasia, ma la sua storia è drammaticamente vera. A soli 9 anni, con il sogno di diventare astronauta, questo scolaro modello di terza elementare, invece di una serena infanzia affronta prove da adulto. Questo piccolo grande uomo si è preso cura del papà malato: l’ha accudito, imboccato, aiutato a vestirsi e a lavarsi, gli ha fatto compagnia, senza dimenticare di occuparsi della casa e continuando ad andare a scuola, a fare i compiti, rosicchiando tempo al gioco, alla spensieratezza, agli amici.
Sogno da inseguire
La mamma, una donna forte dalla dignità granitica, era troppo occupata a lavorare: in sei case diverse, dal mattino alla sera, per mandare avanti la famiglia. La loro storia inizia poco prima della nascita di Cesare. Entrambi moldavi, si sono trasferiti in città sognando una vita fatta di sacrifici, certo, ma anche di riscatto e di quel bimbo a coronare un sogno d’amore. Quando ancora la donna era incinta, al marito di 50 anni, lavoratore in un’azienda a Trebaseleghe, è stato diagnosticato un male incurabile. Con la forza dei leoni, aggrappato alla vita più per Cesare che per sé stesso, quest’uomo ha lottato senza tregua. Come un vero guerriero ha cercato di vincere il male. I primi anni ha perfino lavorato. Quando la vita ha deciso di mettergli ancora uno sgambetto e l’azienda ha chiuso, lasciandolo a casa, non si è dato per vinto, continuando a lavorare saltuariamente, finché la malattia non gli ha reso impossibile qualsiasi attività e l’ha costretto a letto.
Scatta la solidarietà
Domenica scorsa, il giorno di Pasqua per questa famiglia ortodossa, l’uomo è morto in ospedale. La moglie, con Cesare aggrappato alla gonna, non aveva nemmeno i soldi per chiamare un’agenzia di onoranze funebri e trasferire il corpo dell’uomo in cimitero. La notizia è arrivata a scuola, all’elementare Gozzi di Chiesanuova, ha raggiunto le mamme attraverso le insegnanti, ha preso piede con la forza della solidarietà. In uno dei tanti esempi di culla di cultura, valori e amore vero, come sono oggi alcune scuole, la tragedia di Cesare ha cominciato a commuovere, a passare da cellulare a cellulare, da chat a chat.
Nel cortile di via Vicentini le mamme hanno messo mano al portafoglio, raccogliendo in due ore 750 euro. Ma questo è solo l’inizio di una tramontana di fratellanza: la notizia è arrivata al consigliere comunale Simone Pilliteri che non si è tirato indietro; poi ha travolto il cuore di don Florindo, parroco delle Cave; tenendo sempre forti le radici nella filosofia della scuola e della sua dirigente, Maria Stella Rampazzo. E così il parroco e Pillitteri si sono fatti garanti di una gara di solidarietà per Cesare e la sua mamma. La chiesa della Beata Vergine Maria del perpetuo suffragioha messo a disposizione il suo Iban: 54J0103062790 0000 61191730 con la causale «Aiutiamo Cesare». Ogni offerta raccolta andrà alla famiglia con un preciso obiettivo: sostenere l’educazione scolastica di questo bimbo. Il sogno delle mamme è molto più ambizioso: che un imprenditore “adotti” Cesare e diventare il suo garante economico fino all’università.
Costituzione
Di sicuro quello che si è mosso finora, in una manciata di giorni, è degno di una capitale europea del volontariato, come sarà Padova nel 2020. Ieri si è celebrato il funerale di rito ortodosso e la solidarietà ha raggiunto l’ex presidente del Tribunale dei minori di Roma, la giudice Melita Cavallo, oggi volto del programma televisivo Forum: «L’Articolo 2 della nostra Costituzione ci chiama alla solidarietà economica e sociale», scandisce. «È un articolo importante che viene dopo la seconda guerra mondiale, un tempo di grandi sofferenze ma anche di grandi impegni civili. Tra la fine del secolo scorso e l’inizio di questo, il richiamo della solidarietà si è affievolito ed è sbagliato, specie per i bambini. Loro devono ricevere l’esempio giusto: se incontri un bambino che zoppica, devi aiutarlo; se soffre, devi rincuorarlo; se ha un disagio economico, devi contribuire. La solidarietà torni a permeare la società per difenderci dal bullismo, dall’aridità umana e i genitori devono tornare a dare il buon esempio». —
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