ESTE. Sono la linfa del territorio, e non solo perché grazie a loro vengono promossi e preservati i tesori dei Colli Euganei, che siano prodotti, attività, monumenti o tradizioni. È grazie alle associazioni che il dibattito sul futuro del Parco Colli continua a rimanere vivo, ed è anche grazie a loro se le speranze per il rilancio di questo territorio non sono estinte.
Domani sera, a Battaglia Terme, le associazioni euganee si raduneranno di fronte all’assessore regionale Cristiano Corazzari per ragionare proprio sul futuro del Parco e per auspicare che la loro esperienza possa davvero contare nella governance dell’ente.
I RITARDI
Il 31 gennaio la Regione avrebbe dovuto nominare il nuovo presidente del Parco ma i ritardi sono noti. Corazzari ha parlato di ritardi burocratici, come ad esempio la riapertura (fino al 18) dei termini per entrare a far parte della Consulta del Parco, organismo composto proprio dalle associazioni del territorio e che la nuova legge regionale sulla governance dei Parchi ha investito di poteri non banali. «La riapertura dei termini per la manifestazione d’interesse giunge inaspettata e quantomeno tardiva» sottolinea tuttavia Francesco Miazzi del Coordinamento «Il bando attivato in pieno agosto non ha certamente facilitato le associazioni, ma ci chiediamo il perché di questa riapertura a distanza di 6 mesi. Qualche associazione ha presentato rimostranze? Perché non farlo prima e con la dovuta pubblicizzazione? La Regione continua a pasticciare». I più maliziosi sostengono che gran parte delle richieste arrivavano proprio da associazioni ambientaliste e che la riapertura dei termini servirà proprio a “riequilibrare” la composizione dell’organismo, magari aprendo a cacciatori o realtà meno ostili al governo regionale. Malizie, certo, ma l’esperienza qui al Parco ha insegnato a dubitare di ogni cosa.
LE ASSOCIAZIONI
E proprio il peso da assegnare alle associazioni sarà uno dei temi che sarà oggetto di dibattito, come anticipa Miazzi: «La legge regionale ha recepito alcune delle istanze provenienti dal territorio, consentendo la partecipazione a molti dei protagonisti attivi della vita del Parco: associazioni ambientaliste, agricoltori, operatori turistici e del commercio e, in modo incongruo rispetto al dettato della legge sulle attività consentite nell’area Parco, anche alle associazioni venatorie. Siamo profondamente convinti che il contributo che ne potrebbe derivare sarebbe molto positivo per la vita dell’Ente: basti pensare a quanto fatto e quanto si potrà fare su manutenzione dei sentieri, proposte migliorative per l’anello ciclabile, recupero e fruibilità di beni monumentali e architettonici. Non mancano certo le professionalità, le competenze ma soprattutto la disponibilità e l’amore per questo prezioso angolo di territorio». —