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Lina Merlin, donna costituente che rende l’uguaglianza legge

Figlia del segretario comunale, nasce in paese la prima senatrice Antifascista, partigiana: sua la legge che rende illegale la prostituzione

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gli ultimi secoli

Al periodo delle bonifiche veneziane risale la nascita di una nuova località, che prende il nome de La Stroppara da “stropa”, pianta tipica delle zone paludose: in questo contesto viene tra l’altro prosciugato e destinato ad usi agricoli il lago della Griguola.

Dopo la caduta della Repubblica e l’alternanza tra francesi e austriaci, il passaggio di Pozzonovo col resto del Veneto sotto il Regno d’Italia vede un lungo periodo di vita dura, alle prese con una miseria che sul finire del secolo alimenta una massiccia emigrazione. Durante la seconda guerra mondiale il paese finisce sotto tiro di incursioni aeree e bombardamenti; cessato il conflitto, si innesca una seconda ondata migratoria, stavolta verso Milano e Torino.

Testimone dell’asprezza di quei decenni è una cittadina illustre di Pozzonovo, Lina Merlin, nata nel 1887: entra a far parte dell’assemblea costituente (a lei si deve l’inserimento delle parole “senza distinzione di sesso” nell’articolo 3, dove si parla dell’eguaglianza dei cittadini), e poi viene eletta al Senato, prima donna in Italia.

La sua vicenda politica è legata soprattutto all’approvazione della legge che porta il suo nome, e che nel 1958 abolisce la prostituzione legalizzata, praticata nelle cosiddette “case chiuse”; ma la sua azione è in realtà molto più profonda, legata com’è all’impegno a favore delle persone e delle categorie più povere e sfruttate.

Figlia del segretario comunale di Pozzonovo Fruttuoso Merlin, subito dopo la Grande Guerra si iscrive al Partito socialista. Quando il fascismo prende il potere, subisce cinque arresti in due anni, e nel 1926 perde il posto di maestra per essersi rifiutata di prestare il giuramento di fedeltà al regime. Va a Milano, dove collabora con Filippo Turati, ma viene nuovamente arrestata e condannata a cinque anni di confino in Barbagia.

Dopo l’8 settembre 1943 entra a far parte della Resistenza; catturata dai nazisti, riesce a fuggire. Eletta senatrice nel 1948 nel collegio di Rovigo, viene confermata nel ’53 e nel ’58. Ma poi prende le distanze dal partito socialista, di cui non rinnova la tessera, spiegando che non può più sopportare “fascisti rilegittimati, analfabeti politici e servitorelli dello stalinismo”. Muore a Milano nel 1979.



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