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Insetticidi nel canale Sorgaglia intesa su danni per 62 mila euro

Nicola Stievano
1 minuto di lettura

ARRE. Quattro anni fa lo sversamento di insetticidi nel canale Sorgaglia provocò un’eccezionale moria di pesci e un grave danno ambientale. L’Arpav accertò che le acque di lavorazione che azzerarono la fauna ittica per sei chilometri erano state riversate nel corso d’acqua da un’azienda di Arre, produttrice di insetticidi liquidi, ratticidi e lumachicidi.

I danni furono notevoli, al punto che i Comuni di Arre, Agna e Bagnoli, nel 2017 si costituirono parte civile insieme al Consorzio di Bonifica Adige Euganeo nel processo a carico della ditta individuata come responsabile dell’inquinamento. Ci vollero giorni per ripulire l’intero tratto inquinato, con la mobilitazione di operai comunali, tecnici del Consorzio e uomini della protezione civile e l’impiego di diversi mezzi, fra cui una speciale barca per ripulire il canale.

Nei giorni scorsi i quattro enti hanno accettato una transazione di 62 mila euro a risarcimento dei danni e dei costi sostenuti per lo smaltimento del pesce, le analisi delle acque, il ripopolamento, le spese legali. Il procedimento penale a carico dell’azienda invece continua.

Ma c’è anche chi critica la scelta degli amministratori pubblici. Diego Boscarolo, ambientalista di Bagnoli, parla di «decisione inopportuna e diseducativa nei confronti dei cittadini. A fronte del più grave caso di inquinamento che ha colpito un corso d’acqua del nostro territorio, in cui i responsabili, fatto raro, sono stati subito individuati dall’Arpav, le quattro amministrazioni pubbliche, i cui bilanci superano i 25 milioni di euro, avrebbero potuto rimanere all’interno del processo sino a sentenza, per difendere le ragioni dei cittadini stanchi delle continue aggressioni alla propria salute e a monito di possibili nuovi casi di inquinamento. Ricordo che in una riunione pubblica un dirigente dell’Arpav dichiarò che l’acqua presentava valori di inquinanti sino a 20 mila volte superiori alla dose letale per il pesce. Inoltre una giovane madre, la cui abitazione si affaccia sul canale, per il forte odore accusò alcuni malori. Se le amministrazioni si comportano così, perché un semplice cittadino dovrebbe avere il coraggio di denunciare e di chiedere giustizia? ».

Roberto Milan, sindaco di Bagnoli, ricorda che «nei costi è stato inserito tutto il possibile. Abbiamo incaricato delle analisi un tecnico ambientale, abbiamo acquisito pareri e documenti tali da poter dimostrare tecnicamente e nel concreto che quella cifra era congrua per transare. Si può discutere politicamente, e su questo Boscarolo mi trova d’accordo, sul fatto che l’ambiente ha un valore inestimabile. Ma la realtà ti pone davanti a scelte concrete: pur se il cuore vorrebbe la luna, quando si è fatto tutto il possibile per accertare il danno, chiudere un contenzioso è un atto dovuto». —

Nicola Stievano

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