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Ferì tre persone Assolto per vizio totale di mente

La lite scoppiò per il sale a tavola nella comunità di Brenta d’Abbà L’ospite di 31 anni li accoltellò alla giugulare e alla schiena Verrà ricoverato nella Rems

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CORREZZOLA. È stato prosciolto per vizio totale di mente dalle accuse di tentato omicidio e di lesioni gravi D. F. , 31 anni, ospite della comunità di Brenta d’Abbà, una frazione di Correzzola. Lo ha deciso ieri il tribunale di Padova accogliendo la richiesta del pubblico ministero Sergio Dini. Il pm che, ritenendolo socialmente pericoloso, ha sollecitato (e ottenuto) l’applicazione di una misura di prevenzione, misura destinata a soggetti non imputabili destinati a vivere in una situazione protetta e sotto controllo. Quale? Il ricovero nella Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Nogara in provincia di Verona, unica struttura nel Veneto nata in sostituzione degli ospedali psichiatrici giudiziari chiusi definitivamente nel 2015.

È il 6 gennaio 2018, il giorno della Befana, quando durante il pranzo D. F. aggredisce tre fra gli otto ospiti che siedono al suo stesso tavolo. Tutto nasce da una stupidaggine, una discussione per il sale. All’improvviso il 31enne diventa rabbioso, impugna un coltello e si avventa su uno dei commensali, ferendolo al collo all’altezza della giugulare; poi ferisce alla schiena altri due ospiti, che stanno cercando di fuggire, con una tale forza da spezzare la lama.

Impossibile per il personale della struttura intervenire subito per impedire l’accaduto che avviene in pochi secondi. Fortunatamente D. F. non fa in tempo a fare peggio e viene bloccato con l’arrivo dei carabinieri. Inevitabile la denuncia e l’apertura di un’inchiesta. Il medico legale Alessia Cicolini, incaricata di esaminare l’imputato, ha concluso esprimendo forti dubbi sulla piena capacità di intendere e di volere di D. F. , da sempre sofferente sul piano psichiatrico. L’uomo era stato rinchiuso nella comunità di Brenta d’Abbà dopo essere stato prosciolto sempre per incapacità. Nel 2008 aveva aggredito anche la madre con la quale conviveva e periodicamente era sottoposto a valutazioni mediche per monitorare il suo grado di pericolosità sociale. Pericolosità che, fino a quel 6 gennaio, non si era tradotta in uno stato di squilibrio o rabbia incontrollabili. –

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