«Nella società in cui siamo tutti allenatori di calcio, presidenti del consiglio, chef e adesso anche medici, noi (medici) siamo stati definiti drogati, insensibili, incompetenti e così via. Il rischio è di non poter fare quello che vorrei fare se penso che di fronte a me potrei avere un potenziale nemico». Il professore e chirurgo Enrico Gringeri, a cui molti pazienti sono riconoscenti per aver salvato la vita propria o di un familiare in equipe con lo staff del luminare dei trapianti di fegato Umberto Cillo dell’Azienda Ospedaliera di Padova, pubblica su Facebook un amaro post che riassume tutto il disagio e il malessere della categoria medica per gli attacchi e le cause giudiziarie sempre più frequenti. A sollevare il caso lo spot di Obiettivo Risarcimento. Nella pubblicità della società, che continua a circolare sulla pagina web di Obiettivo Risarcimento e su La7 - mentre la Rai e Mediaset hanno optato per la sospensione - l’attrice e presentatrice Enrica Bonaccorti invita i cittadini a sporgere denuncia per i casi di malasanità, rivolgendosi alla srl con sede a Villorba per ottenere «il giusto risarcimento». Ma Gringeri non ci sta, e denuncia gli effetti che lo spot può scatenare nei medici, ai danni di tutti i cittadini.
la denuncia di Gringeri
E lo fa partendo dal raccontare, su Facebook, lo stato d’animo della sua categoria, sempre più sotto pressione: «Scusate se qualche volta anche noi commettiamo degli errori: siamo esseri umani e non robot. Scusate se la sera possiamo sembrare stanchi: ci capita di lavorare anche per più di 24 ore di fila». Andando negli ospedali, continua Gringeri, «si trovano professionisti seri e preparati che mettono le loro conoscenze a servizio dei pazienti per curarli, non per ammazzarli». E infatti Gringeri sottolinea: «Io continuerò a fare quello che amo fare e non mi sentirò mai un eroe per aver salvato una vita la notte di Natale ma mi sentirò un fallito se non sarò più in grado di farlo». Gringeri definisce quindi lo spot «poco costruttivo», perché «il rischio è che i giovani medici, con questo clima, non eseguano le operazioni in condizioni di rischio, componente insita nella professione. Un medico alle prime esperienze, se non invertiamo questo clima di diffidenza, potrebbe temere di essere denunciato per una sua azione rischiando, di fatto, di commettere più errori». Secondo Gringeri, «l’informazione è incompleta, perché si omette di spiegare che i medici, quando la causa non ha esito, possono controquerelare per danno all’immagine». Sul sito della società Obiettivo Risarcimento, che si occupa soprattutto di malasanità e in generale di gestione dei danni alla persona, si legge che «nell’98 per cento dei casi», l’esito è «ok». Un dato che secondo i medici non corrisponde al vero. Inoltre, «resta la gran perdita di tempo per il medico che dovrebbe dedicarsi ad altro che pensare a difendersi, stendendo lunghe e accurate relazioni anche quando hanno operato perfettamente». Nel web Gringeri ha interagito anche con gli utenti, chiarendo che «le denunce penali restano sempre legittime», mentre quello che va bloccato è «uno spot che incita al risarcimento civile (soldi) screditando una categoria e fatta da un mezzo pubblico a favore di un ente privato (ancora soldi)». Sulla pagina Facebook della Fnomceo, per cercare di riportare in equilibrio l’informazione è stato diffuso un contro spot: «prima di aggredire, pensa. I medici difendono la nostra salute», questo l’invito ai cittadini, accompagnato dal volto di una persona che ha perso la ragione e urla: «Più di 6 ore di attesa al pronto soccorso. Volevo spaccargli la faccia!». I medici ospedalieri, che venerdì sciopereranno a livello nazionale per chiedere il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti da 10 anni, denunciando le continue penalizzazioni subite, anche con la manovra finanziaria, e i ritmi di lavoro dovute alla carenza di personale, chiedono di essere prima di tutto rispettati.
strigliata alla rai
Il professore esprime infine il suo rammarico per l’avvenuta trasmissione dello spot da parte della televisione pubblica: «Mamma Rai, la Tv di Stato, quella per cui corrispondiamo un canone annuale, ha sfruttato il servizio pubblico per fare pubblicità a favore di un ente privato», dice Gringeri, «La Rai ha mandato in onda una pubblicità che scredita il sistema sanitario nazionale, in cui la Bonaccorti scredita la categoria medica facendo credere agli Italiani di poter “vincere” soldi facili attraverso le denunce ai medici». E ancora: «Sul sito della Rai è scritto che la Tv come servizio pubblico viene pensata anche come strumento di educazione e informazione. E quale educazione dovremmo trasmettere ai nostri figli? Dovremmo forse educarli ad usare lo strumento della denuncia per ottenere soldi facili?». Il medico precisa che si tratta di uno spot ingannevole «perché fa credere di poter vincere soldi facili, quando oltre il 90 per cento delle denunce esitano nel nulla». E invita la Rai a recuperare anche sul piano della dignità ferita: «Suggerisci ad Enrica Bonaccorti di farsi un giro in uno dei qualsiasi ospedali italiani. Troverà medici e infermieri al lavoro di giorno, di notte, nei festivi, a Natale». —