Ancora un no dei cittadini Este ci riprova senza crederci
Ad aprile Carceri ha lanciato l’invito a Ponso e Vighizzolo ma il matrimonio è sfumato Solo a Borgo Veneto è riuscito il colpaccio
Nicola CesaroCONSELVE. Il fallimento dei progetti di fusione di Terre Conselvane (Conselve, Cartura e Terrassa Padovana) e di Fortezza d’Adige (Masi e Castelbaldo), decretato domenica scorsa con la vittoria dei “no” al referendum, è solo uno degli ultimi flop di questo genere registrati nella Bassa padovana. Che sì, è vero, l’anno scorso ha tenuto a battesimo un nuovo Comune, ma con che fatica! Doveva chiamarsi Quattroville e doveva nascere dall’abbraccio di Saletto, Megliadino San Fidenzio, Santa Margherita d’Adige e Megliadino San Vitale ma poi evidentemente le cose sono variate notevolmente.
In prossimità del voto è arrivato il brusco cambio di rotta di San Vitale, che all’appuntamento con le urne ha impallinato la nascente Quattrovile con una raffica di “no”. Risultato? Tante polemiche e un bel rebus per la Regione chiamata a decidere, che alla fine ha escluso San Vitale dal progetto di fusione ed è passata ad un legame a tre che ha generato appunto Borgo Veneto.
Nella Bassa padovana è ancora fresco inoltre il matrimonio naufragato maldestramente tra Este e Ospedaletto Euganeo. Consigli comunali congiunti, studi di fattibilità pagati profumatamente, stemma e nome (Este, con buona pace dei vicini di casa) già pronti, pareri favorevoli dalle commissioni della Regione e poi il progetto si è volatilizzato all’indomani delle elezioni che hanno rinnovato completamente le amministrazioni comunali dei due Comuni.
Este ci ha riprovato, prima pressando fortemente su Baone e dando vita a un incidente diplomatico tra le due maggioranze che è rientrato non senza polemiche. Este ci sta riprovando nuovamente, coinvolgendo oltre a Baone anche i Comuni di Lozzo Atestino e Cinto Euganeo.
Anche in questo caso si sono già visti studio di fattibilità e incontri pubblici, ma i primi a non crederci sono gli stessi sindaci: quelli di Lozzo e Cinto, più o meno direttamente, hanno quasi già alzato bandiera bianca. E ancora: lo scorso aprile il sindaco di Carceri aveva inviato una richiesta ufficiale ai colleghi di Ponso e Vighizzolo d’Este chiedendo la disponibilità ad aderire a uno studio di fattibilità propedeutico a una possibile fusione tra i tre enti. Da entrambi i sindaci era arrivata risposta negativa. Anche Casale di Scodosia, Urbana e Merlara hanno fatto un primo timido passo verso una possibile fusione, con tanto di questionario sottoposto ai cittadini che hanno potuto anche votare il nome dell’ipotetico nuovo Comune (hanno trionfato Fratta Padovana e Scodosia): passati tre mesi, il sindaco di Urbana ha annunciato al consiglio il “congelamento” del percorso di fusione, complice anche la bassa adesione della popolazione al sondaggio esplorativo. Nella Bassa i campanili svettano ancora alti. —
Nicola Cesaro
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