Il parroco di Grantorto toglie le cassette delle offerte
Don Dino elimina le tariffe sostituendo le candele elettriche con i lumini gratuiti: «Pregare non costa denaro, in chiesa si viene per ascoltare la parola di Dio»
Paola Pilotto
GRANTORTO (PADOVA). «In Chiesa non si fa commercio». E così il parroco toglie tutte le cassettine delle offerte. Lo ha spiegato durante le messe annunciando la sostituzione delle candele elettriche con quelle tradizionali a cera, più calde e significative.
Ma soprattutto gratuite, perché la preghiera non ha prezzo e il Vangelo lo insegna. Un segno tangibile di una chiesa che è comunità ed è lontana dal materialismo e dagli affari, come predica anche papa Francesco.
Sulla linea del papa. Una visione che sta molto a cuore a don Dino Dalla Pozza, che da neanche due mesi guida l’Unità pastorale di Grantorto e Carturo. «Vorrei che i fedeli capissero che pregare non costa denaro» sostiene il parroco.
«Li invito ad entrare in Chiesa, ad ascoltare la parola di Dio e a vivere il Vangelo senza dover mettere le mani nel portafogli. A Grantorto, nella chiesa dedicata ai Santi Daniele e Biagio, ci sono quattro altari laterali dove finora c’erano le candele elettriche con una tariffa per l’accensione. Le ho cambiate con le candele votive, togliendo anche le rispettive cassettine. E lo stesso ho fatto per le varie cassette delle offerte per la chiesa. Chi ha piacere accendere un lume e raccogliersi in preghiera, può farlo liberamente senza dover pagare nulla. Nel Vangelo non sta scritto da nessuna parte che si debba pagare. In chiesa non si deve far commercio».
Proprio come afferma il Pontefice prendendo spunto dal Vangelo in cui Gesù caccia i mercanti del Tempio perché hanno trasformato la casa di preghiera in un covo di ladri: la gente buona andava al tempio e pregava ma doveva cambiare le monete per fare le offerte.
Le chiese non dovrebbero mai diventare case di affari perché la redenzione è sempre gratuita. Il monito di papa Francesco verso una chiesa povera di ricchezze ma ricca di valori e amore, trova dunque traduzione concreta nella comunità di Grantorto grazie a don Dino.
Stop all’obolo. La sua azione innovativa di far sparire l’obolo delle candele si contrappone ai tanti casi dove invece per accendere il lume c’è una sorta di listino, a seconda del tipo di candela. O peggio, dove si sono visti spuntare cartelli che invitavano ad elargire una “congrua offerta”, come era accaduto qualche anno fa vicino a Pisa.
L’iniziativa del parroco di Grantorto è stata molto apprezzata dai fedeli che hanno condiviso sia la maggior sacralità nella scelta di una candela viva contro quella elettrica, sia la scelta della gratuità. «Vorrei riuscire a rendere la vita della comunità più trasparente evangelisticamente» conclude don Dino «evitando confusioni di tipo commerciale, ma concentrando l’attenzione sugli insegnamenti del Vangelo». —
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