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Missione “Bepi Colombo” alla scoperta di Mercurio Padova e l’Università protagonisti nello spazio

verso il soleIl “pianeta messaggero degli dei” è il più piccolo, quello più vicino al Sole e tra i più sconosciuti. Finora. Visto che alle 3.45 della notte appena passata, ora italiana, dalla base...

Alberta Pierobon
2 minuti di lettura

verso il sole



Il “pianeta messaggero degli dei” è il più piccolo, quello più vicino al Sole e tra i più sconosciuti. Finora. Visto che alle 3.45 della notte appena passata, ora italiana, dalla base europea di Kourou in Guyana Francese è partita la “missione Bepi Colombo”, prima missione europea diretta verso Mercurio.

Quattro moduli sono stati assemblati a bordo del lanciatore Ariane 5 Eca, come una matrioska in un unico veicolo lungo sei metri, largo quattro e alto tre e mezzo. Il tutto attraverserà il Sistema Solare, viaggio della durata di sette anni, per poi separarsi una volta arrivati nell’orbita di Mercurio nel 2025. Una sfida tecnologica (da due miliardi di euro) alla quale ha attivamente partecipato l’Università di Padova con quindici ricercatori. Due dei quali, Matteo Massironi, del dipartimento di Geoscienze e Gabriele Cremonese, dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) sono andati a Kourou per assistere in diretta e con l’adrenalina a mille al lancio.

«Abbiamo svolto attività di testing e collaudo dei dispositivi che compongono i telescopi per verificare la loro resistenza a quelle altissime temperature» spiega Stefano Debei, direttore del Cisas, il Centro di ateneo di studi e attività spaziali Giuseppe Colombo. Per inciso, “Bepi” Colombo, scomparso nel 1984, matematico, astronomo, fisico soprannominato “il meccanico del cielo”, reclutato dalla Nasa, è stato il grande padre dell’astronomia Padovana e mondiale.

Tornando a Mercurio “messaggero degli dei”: «Abbiamo realizzato un sole artificiale per riprodurre le temperature, 12 volte quelle sulla Terra, che oscillano tra i 430° nel lato esposto al Sole e i meno 180° nel lato in ombra» continua Debei che non è andato in Guyana «perché preferisco spendere i soldi per pagare contratti di ricerca». «Sono stati studi che abbiamo fatto ex novo, in particolare mirati a che le temperature altissime non causassero la perdita di allineamento dei telescopi». E infatti la sfida più grande che è stata affrontata è stata quella termica: il modulo orbiterà per un anno vicino a Mercurio. Sono complessivamente 16 gli strumenti della missione Colombo, e degli 11 a bordo del modulo europeo, 4 sono made in Italy: faranno una sorta di scansione di Mercurio, dal nucleo all’atmosfera, e utilizzeranno questo pianeta o esposto alla gigantesca gravità del Sole per fare l’esame più dettagliato che mai sia stato fatto della teoria della relatività di Einstein.

Mercurio ha un campo magnetico simile a quello terrestre, pur 100 volte più debole. A causa della sua peculiare posizione nel sistema planetario, diventa facile bersaglio delle perturbazioni solari che lo colpiscono violentemente. Le trasformazioni a cui il pianeta è soggetto a causa di tale continuo bombardamento sono il risultato di una complessa dinamica, con il campo magnetico del pianeta praticamente legato a quello del vento solare. Tutti i fenomeni che si osservano sulla Terra sono su Mercurio più estremi: se ne possono così studiare le conseguenze per comprendere meglio quelle indotte dagli stessi fenomeni sull’ambiente terrestre. —

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