«Non possiamo materialmente presidiare gli oltre 3 mila negozi della città. È fondamentale il ruolo dei cittadini e il loro senso di appartenenza alla città». Quasi una chiamata alle armi, sulla scorta delle esperienze positive delle ultime settimane: il questore Paolo Fassari lancia il controllo di vicinato e la riappropriazione dei luoghi abbandonati come ricetta per la sicurezza al convegno su «degrado urbano e riqualificazione urbanistica» organizzato ieri mattina al San Gaetano dall’associazione degli avvocati amministrativisti.
All’appello si associa anche il prefetto Renato Franceschelli: «Non c’è solo la sicurezza negativa, quella dei no e della repressione. C’è una sicurezza positiva, delle attività e dei diritti di cittadinanza – osserva – L’impegno a rendere strade e piazza vive, aperte e “frizzanti” è un risultato verso il quale dobbiamo contribuire».
L’esempio più recente, citato anche dal questore, è quello dei Giardini dell’Arena. Ma è dalla vecchia “teoria delle finestre rotte” che si parla del degrado come incentivo alla deresponsabilizzazione dei cittadini. E Fassari, da questore che ogni giorni si occupa della sicurezza pubblica, vuole spezzare questo circolo virtuoso: «Incuria e degrado cronico creano rassegnazione e insicurezza – spiega – Serve un controllo endogeno alla comunità, non esterno. È il controllo dei cittadini attivi, quelli che mettono in atto gesti riparatori di cura del territorio. Dai volontari ai gruppi d’arte che ridipingono i sottopassi, fino alle associazioni che assistono le vittime di reato e le categorie che incentivano i negozianti a installare la videosorveglianza». Insomma la città non si «militarizza» ma si vive: «Le iniziative messe in campo nei quartieri in questi mesi valgono più di cento palette alzate», osserva.
Una delle forme di partecipazione nate negli ultimi anni sono i gruppi di controllo di vicinato. «In provincia di Padova aderisce solo lo 0,04% della popolazione. A Venezia siamo al 3%, la media nazionale è dell’1% – sciorina il questore – Dobbiamo incrementare questa forma di supporto al lavoro delle forze dell’ordine».
“Cittadini-giustizieri”? Per nulla, Fassari su questo è netto: «Nessuna tentazione di sostituirsi alla polizia, qui a Padova siamo riusciti sempre a concordare una linea all’interno della legalità: ci sono dei coordinatori dei gruppi e ci sono dei decaloghi chiari da rispettare».
A dare l’esempio ci pensa la stessa associazione degli avvocati amministrativisti: «Da dieci anni teniamo i nostri seminari in una zona che si è progressivamente degradata: la sala polivalente di via Valeri – racconta il presidente Stefano Bigolaro – In un primo momento avevamo pensato di trovare un altro luogo. Ma poi abbiamo detto no: anche noi possiamo contribuire alla rigenerazione urbana e resteremo lì anche quest’anno».
Interesse e voglia di partecipazione che sono alla base del lavoro politico del vicesindaco Arturo Lorenzoni: «Io penso che via Valeri e piazzetta Gasparotto siano piene di potenzialità: vanno vissute. Anche i ragazzi del parkour, con i loro salti pericolosissimi, ci aiutano. E tra poche settimane apriremo lì gli uffici dei servizi sociali – ha spiegato nel suo intervento di saluto – Il legame tra urbanistica e sicurezza per noi è una sfida». —