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In 26 mila a Lignano per la data zero del “Komandante”

Palco largo 70 metri, mille luci e 50 laser: un’apoteosi Blasco non si risparmia e ridà potente vita ai suoi brani

di Viviana Zamarian
1 minuto di lettura

Non sono mica tempi di certezze, questi. Lo spread che sale, il governo che scende. Con il caos si convive da sempre, lo sappiamo. E allora serve parlarci chiaro. E ripartire da qui. Ci pensa Vasco a gridarlo con “Cosa succede in città” in versione metal/industrial ai 26 mila dello stadio Teghil ieri sera a Lignano. È una scossa potente, quella che dà inizio alla data zero del tour. E non importa se l'atmosfera è bollente, quel brivido ti percorre la schiena. Perché ti senti parte della combriccola, di quella «gente a posto» che acclama il suo idolo. Di un popolo, quello del Rocker. «Bentornati, benvenuti, ben arrivati. Ciao Lignano» saluta così il Kom. E si va. Sul palco largo 70,28 metri e alto 22 con 1.000 luci e 50 sorgenti laser, signori e signore ecco sua maestà il rock. Picchia, eccome se picchia. E ripesca dagli anni Ottanta anche Fegato fegato spappolato con un omaggio ai Metallica. Prima, Lignano sogna con Come nelle favole. Eccolo qui il lato romantico del dottor Rossi e quel "io e te" che scalda il cuore. Ma è solo un attimo, poi si ritorna a caricare con il medley, con gli effetti spettacolari delle fiamme. In scaletta ci sono Vivere non è facile, Sono Innocente, La fine del millennio. Dal presente al passato con un omaggio a Ciao, brano che compie 40 anni, suonato al pianoforte dalla musicista Beatrice Antolini, mai eseguito in versione strumentale. Il Teghil si infiamma con C’è chi dice no e Gli Spari Sopra. Vasco che sperimenta, che cambia pelle, che passa da ballate struggenti a momenti hard rock. Ridà vita ai sui brani, li trasforma. Poi eccoli i grandi classici. La storia è qui. E ognuno li associa a a un'emozione, a una persona. Senza Parole, Sally, Siamo solo noi, Vita Spericolata, Canzone e Albachiara. Tutte d'un fiato. Tutte per la sua combriccola. Che pulsa di vita. Chiamatela magia oppure, effetto Vasco. Quello che ha spinto il siciliano Gaetano, 33 anni, a lasciare, dopo 7 anni la Germania e a ritornare a casa accompagnando il Komandante nel suo tour da Torino, passando per Roma fino a Messina. Per ripartire, dice. Ancora una volta. Proprio come Vasco.



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