PADOVA. Niente alcol da passeggio durante la festa della promozione in serie B del Calcio Padova. Domenica sera i calciatori, lo staff e la società, sono attesi in piazza dei Frutti per celebrare insieme ai tifosi biancoscudati il salto di categoria, ma nel frattempo l’amministrazione comunale, su indicazione di Prefettura e Questura, ha deciso di usare il pugno duro e firmare un’ordinanza per vietare a tutti i bar e locali della zona di vendere alcolici da asporto e bevande in bottiglie di vetro e in lattina.
Sarà proibito anche portare birra e vino da casa e per questo è prevista una sorveglianza massiccia e il controllo anche di borse e zaini da parte delle forze dell’ordine presenti, che transenneranno la zona.
Le zone interessate dalla disposizione sono: piazza dei Frutti, via Oberdan, via Breda, via Marsilio da Padova, via Boccalerie, via Pietro d’Abano, via San Clemente, via Fiume e Volto della Corda.
Una decisione prevedibile, anche perché dopo i gravi episodi dell’anno scorso a Torino (durante la finale di Champions trasmessa su maxischermo in piazza San Carlo più di 1500 persone rimasero ferite e una donna perse la vita schiacciata dalla calca), il grado di attenzione di tutte le questure italiane sugli eventi pubblici è aumentato.
Una decisione che però non ha convinto tutti. L’Appe (associazione provinciale pubblici esercizi) non ha condiviso la scelta, né ha gradito di essere stata ancora una volta esclusa dalle decisioni che riguardano anche i commercianti che rappresenta: «Invitiamo l’amministrazione comunale, il questore e il prefetto a convocarci ai tavoli quando ci saranno altre eventuali disposizioni che hanno a che fare con gli esercenti, in modo da considerare anche le nostre esigenze e magari sottoscrivere un’ordinanza più puntuale», ha evidenziato Filippo Segato, segretario provinciale dell’Appe. «In ogni caso, ci sembra un provvedimento eccessivo, sproporzionato, probabilmente inefficace, e anche troppo penalizzante rispetto all’evento. Parliamo di una festa e non di un derby col Vicenza e non vediamo quali criticità potrebbero esserci».
Più “tenero” Nicola Rossi di Confesercenti: «Spero che i controlli su chi si porta alcolici da casa siano rigidi. Capisco i baristi, ma l’ordine pubblico viene prima di tutto e questa situazione credo richieda questa priorità».