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«Servizi sociali a rischio» sos dei sindaci alla Regione

L’appello a Zaia: «L’Alta è passata dall’eccellenza dell’ex Usl 15 alla necessità di trovare almeno altri quattro milioni per mantenere le prestazioni attuali»

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CITTADELLA. I sindaci dell’Alta scrivono al Governatore veneto Luca Zaia per manifestare le forti preoccupazioni sull’aumento dei costi per la delega ai servizi sociali Usl 6 Euganea. La mazzata di fine anno, un aumento pro capite di 15,60 euro, oltre alla quota consolidata di 26 euro, ha destato allarmismo sia per i bilanci comunali che per il futuro del modello socio-sanitario dell’ex Usl 15, fino a 2 anni fa considerato il migliore d’Italia. L’idea di scrivere a Zaia, all’assessore regionale e al direttore Usl Domenico Scibetta è partita dai sindaci di Borgoricco, Villa del Conte e Santa Giustina in Colle, che alcuni giorni fa hanno inviato ai colleghi dei 28 comuni dell’Alta la lettera da sottoscrivere. Si sono aggiunti Grantorto, Vigonza e Curtarolo. Ma le adesioni potrebbero aumentare in queste ore, visto che lunedì il tema scottante dei costi sociali è all’ordine del giorno del Comitato dei sindaci del Distretto 4, presieduto da Alessandro Bolis e in programma a Villa del Conte: ci sono 4 milioni in più da trovare, oltre a quelli già stanziati. Non sono pochi. Le alternative: o si tagliano servizi o si aumentano le imposte. «I cittadini devono saperlo», incalzano i sindaci. «Delle 3 Usl confluite nell’Euganea, la 15 è l’unica a essere stata in attivo e a “farsi bastare i propri soldi” diventando anche modello per l’Italia. Ma questo modello, dove parte del bilancio sanitario confluiva in quello sociale, secondo i vertici è “improprio”. Che significa improprio? La Regione ha sempre vagliato i conti, e mai nessuno ha rilevato qualcosa che non andasse. Questa diversa “lettura” degli attuali vertici, evidentemente legata all’esigenza comprensibile di far quadrare i conti, non può che essere una valutazione di opportunità. Riteniamo che la politica debba ritornare sui suoi passi. Perché l’Usl 6 chiede a noi, quelli virtuosi, motivo di orgoglio nazionale da imitare, 4 milioni l’anno in più? Immaginiamo anche di trovarle in qualche modo queste risorse, impossibili senza tagliare altri servizi essenziali (scuole dell’infanzia, sicurezza, cultura, sport, associazionismo), sappiamo già che comunque si ridurranno la qualità e la quantità dei servizi erogati attraverso l’Usl. Lo si vede già ora. Dire che è improprio investire le risorse del sanitario per il sociale, per la prevenzione che poi genera anche economie sui costi sanitari, come la nostra esperienza di decenni ha dimostrato, significa semplicemente “far spendere di più per il sanitario”. Non ci stiamo, 2 anni dopo, a rimaner inerti ed in silenzio a veder sgretolare sotto i nostri occhi quanto è stato costruito in 30 anni. Eravamo il modello da copiare. Siamo ancora in tempo».

Paola Pilotto

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