Profughi, appello del vescovo «Concentrazione oltre i limiti»
Agna, monsignor Cipolla guida i 1.500 partecipanti della marcia della pace e ringrazia della pazienza «Capisco le proteste, ma niente chiusura verso i migranti che portano amore per giustizia e libertà»
di Nicola Stievano
2 minuti di lettura

AGNA. «La concentrazione di migranti è andata oltre le capacità. È una concentrazione inopportuna, che crea disagio, che carica su pochi impegni e pesi che sarebbero sopportabili solo se condivisi fra tanti». È forte il richiamo del vescovo di Padova Claudio Cipolla durante la marcia della pace per le strade di Agna, il paese “tra i due fuochi” degli hub di Bagnoli e Conetta, dove un anno fa si erano superate le duemila presenze. Ora i migranti sono circa la metà ma il “peso dell’accoglienza” si è fatto sentire a lungo e il vescovo lo sa bene: «Grazie per la pazienza», ha detto durante l’omelia della messa che ha fatto seguito alla marcia. «Capisco anche alcune reazioni scomposte e provocate: il Signore vi benedica per la fatica fatta. Spero che d’ora in poi si instauri un processo virtuoso che alleggerisca le vostre fatiche e quelle dei richiedenti asilo. Ma non accettate di scendere in guerra, poveri contro poveri, per manovre di chi usa gli uni e gli altri».
Un invito alla pace che si alza da un territorio che ha conosciuto le contraddizioni dell’accoglienza imposta e mal gestita. Un invito a mettersi in marcia per la pace, proprio in concomitanza con la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, al quale hanno risposto persone di ogni età, famiglie e gruppi di giovani, gente del posto e del resto della provincia. In quasi 1.500 hanno sfilato dietro al vescovo di Padova, insieme a loro anche un nutrito gruppo di migranti ospiti a San Siro e a Conetta, circa duecento, in particolare coloro che in questi mesi partecipano alle attività delle parrocchie vicine. Accanto al vescovo c’erano anche tre rappresentanti della comunità islamica, fra i quali Tanji Bouchaib, presidente della federazione islamica del Veneto. E poi i sindaci della zona (Gianluca Piva di Agna, Roberto Milan di Bagnoli, Luigi Polo di Anguillara, Alberto Sturaro di Arre), i giovani e gli animatori dei tre “laboratori” di pace che ieri mattina hanno preparato la marcia. Significativo il gesto di alcuni ragazzi che a metà percorso hanno raccolto in grandi ceste le pietre portate durante il cammino, simbolo dei pesi delle paure e dei pregiudizi che l’uomo trascina con sé. Partendo dall’invito all’accoglienza di Papa Francesco, che sabato ha incontrato personalmente in Vaticano, il vescovo ritiene «necessario rivedere i toni e i linguaggi con i quali ci stiamo educando ad accogliere. Non è possibile favorire il diffondersi di una mentalità razzista, chiusa, spesso fomentata a partire da informazioni distorte. Soffiare sulle paure per vendere sicurezze, oppure contrapporre le azioni di solidarietà per gli italiani e per gli altri. Si sa benissimo che chiunque sia nel bisogno ha diritto di essere aiutato».
Notevole l’impegno delle parrocchie del vicariato nella preparazione della marcia in ogni dettaglio. La messa conclusiva è stata animata dal canto del coro “Rinascita” formato proprio dai migranti di fede cristiana che ogni domenica allieta la messa delle varie parrocchie della zona.
«Dai profughi viene un contributo», ha aggiunto Cipolla, «a una società come la nostra contrassegnata da un evidente innalzamento dell’età anagrafica e da un certo autocompiacimento, portatore spesso di tristezza e grigiore: loro testimoniano la volontà di vita, la capacità di mettersi in cammino, di avere ideali e sognare, un amore per la giustizia e la libertà che può essere accolto come un arricchimento».
Un invito alla pace che si alza da un territorio che ha conosciuto le contraddizioni dell’accoglienza imposta e mal gestita. Un invito a mettersi in marcia per la pace, proprio in concomitanza con la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, al quale hanno risposto persone di ogni età, famiglie e gruppi di giovani, gente del posto e del resto della provincia. In quasi 1.500 hanno sfilato dietro al vescovo di Padova, insieme a loro anche un nutrito gruppo di migranti ospiti a San Siro e a Conetta, circa duecento, in particolare coloro che in questi mesi partecipano alle attività delle parrocchie vicine. Accanto al vescovo c’erano anche tre rappresentanti della comunità islamica, fra i quali Tanji Bouchaib, presidente della federazione islamica del Veneto. E poi i sindaci della zona (Gianluca Piva di Agna, Roberto Milan di Bagnoli, Luigi Polo di Anguillara, Alberto Sturaro di Arre), i giovani e gli animatori dei tre “laboratori” di pace che ieri mattina hanno preparato la marcia. Significativo il gesto di alcuni ragazzi che a metà percorso hanno raccolto in grandi ceste le pietre portate durante il cammino, simbolo dei pesi delle paure e dei pregiudizi che l’uomo trascina con sé. Partendo dall’invito all’accoglienza di Papa Francesco, che sabato ha incontrato personalmente in Vaticano, il vescovo ritiene «necessario rivedere i toni e i linguaggi con i quali ci stiamo educando ad accogliere. Non è possibile favorire il diffondersi di una mentalità razzista, chiusa, spesso fomentata a partire da informazioni distorte. Soffiare sulle paure per vendere sicurezze, oppure contrapporre le azioni di solidarietà per gli italiani e per gli altri. Si sa benissimo che chiunque sia nel bisogno ha diritto di essere aiutato».
Notevole l’impegno delle parrocchie del vicariato nella preparazione della marcia in ogni dettaglio. La messa conclusiva è stata animata dal canto del coro “Rinascita” formato proprio dai migranti di fede cristiana che ogni domenica allieta la messa delle varie parrocchie della zona.
«Dai profughi viene un contributo», ha aggiunto Cipolla, «a una società come la nostra contrassegnata da un evidente innalzamento dell’età anagrafica e da un certo autocompiacimento, portatore spesso di tristezza e grigiore: loro testimoniano la volontà di vita, la capacità di mettersi in cammino, di avere ideali e sognare, un amore per la giustizia e la libertà che può essere accolto come un arricchimento».
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