PADOVA. «Vorrei essere vicino a te, e a tutti coloro che hanno collaborato a scrivere questo libro, che porta con sé la saggezza dei semplici»: nell’Aula Magna di palazzo Bo riecheggiano le parole di Papa Francesco in persona, che dall’immenso schermo si rivolge, con un video, a don Marco Pozza, cappellano del carcere. Oggi don Marco ha presentato, insieme a Fausto Bertinotti, Mario Bertolissi (Università di Padova) e Fabio Pinelli (presidente dell’associazione PadovaLegge) il suo ultimo libro: “Quando pregate dite Padre Nostro” (Rizzoli), che prende avvio da una lunga intervista con il Papa.
Il quale, con lo stile umile e sommesso che lo ha sempre caratterizzato, ne minimizza l’importanza, e sposta l’accento sul ruolo dei carcerati che vi hanno collaborato: «Perché un libro così piccolo viene presentato lì, in quell’aula così importante, da cui sono passati professori, pensatori e uomini d’alta cultura?» chiede. «Io credo» risponde «perché porta con sé la saggezza semplice, dei molti semplici che vi hanno lavorato. Perché è stato realizzato anche grazie alla tua piccola grande parrocchia, quella del carcere, che accompagni con tenerezza di padre. Il mio augurio è che questo libro faccia del bene, è il miglior augurio che posso fare».
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