PADOVA. «Mi spiace per te mon Amour, continua a deluderti sempre di più. Ormai ha le spalle al muro. È finita come donna e come testa. Tvb. Baci». È il messaggio di Cacco inviato a Freddy.
Il 9 gennaio all’1.09 Cacco aveva scritto sempre a Freddy: «Ti amo. Porta pazienza ancora per poco. Baci». Ormai è tutto stabilito sei giorni prima della scomparsa della vittima, avvenuta dopo la cena nella pizzeria Est Est Est di Lion e l’arrivo nella villetta di Freddy a Noventa in via Sabbioni, trappola mortale per la 55enne impiegata fra le 23.12 e le 00.56, ora del delitto. Da altri sms la conferma della premeditazione: «Nell’ottica della pianificazione dell’omicidio da parte delle due donne va valorizzata la sequenza di messaggi della serata del 14 gennaio, cancellati da Debora... dal loro tenore si capisce che hanno deciso di passare all’azione secondo un piano già concordato».
Debora: Tranquia... Novità? Manuela: Abbiamo parlato fino a ora. (Freddy) è sulle spine. Deb.:Ti ha detto della pizza??? Man.:A sta ora sarebbe già a posto e sistemato. Debora: Se no el capisse. Man.: Sì si me lo ha detto. Lui spera che sia tutto a po (posto).
Il giudice annota: «È evidente che parlano di Freddy e la pizza cui si riferiscono è quella fra lui e Isabella». La pizza prevista il 15 gennaio «la prima notte in cui il maresciallo Verde (compagno di Debora) è in servizio dopo un periodo di congedo e il figlio della donna dorme dalla nonna Dolores.
Parola d’ordine, pulizia. Cancellare ogni prova: ci provano tutti e tre. Tanto da realizzare «un’opera di pulizia dei cellulari non casuale che si giustifica solo con la necessità di eliminare prove compromettenti». Inutile, c’è dell’altro: «L’analisi dei movimenti delle auto (la notte del delitto) e i contatti fra gli imputati evidenziano come tutti si siano venuti a trovare nel posto giusto al momento giusto... senza che risulti altrimenti giustificata la loro presenza nella villetta di Noventa tra il 15 e il 16 gennaio». Alla presenza di Freddy, con due colpi di mazzetta Isabella è uccisa da Debora che le infila in testa un sacchetto, stringendole una corda al collo per evitare spargimento di sangue: è quanto racconterà Cacco (arrivata a fatto compiuto, a suo dire) prendendo le distanze dai complici. Per questo «nessuna traccia di sangue o biologica riconducibile a Isabella è rinvenuta nell’abitazione di Freddy o nell’auto di Debora».
Cristina Genesin
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