Pfas, valori molto alti nell’acqua. Le controanalisi: «Un errore»
Il Cvs tranquillizza la popolazione di Montagnana dopo l’allarme: nessun pericolo dai rubinetti
di Nicola Cesaro
MONTAGNANA. Arrivano le controanalisi del Cvs (Centro veneto servizi) e con esse le rassicurazioni: il valore anomalo di Pfas rilevato nel rubinetto di un’abitazione del centro storico di Montagnana è frutto di «un errore nelle analisi».
La denuncia era arrivata dal gruppo consigliare Montagnana a Colori, che aveva presentato in consiglio comunale un rapporto, certificato da un laboratorio privato vicentino, che rilevava una concentrazione di 803 nanogrammi di Pfas per litro di acqua in un rubinetto privato, a fronte dei 500 fissati come limite di legge.
«La conferma che non c’è stato alcun superamento dei limiti arriva dalle controanalisi effettuate da un altro laboratorio, per conto di Cvs, su un campione consegnato dallo stesso privato, che l’aveva prelevato nello stesso momento (in data 31 marzo) e su un successivo campione della stessa utenza domestica», spiega una nota ufficiale di Cvs, che si è rivolto per queste seconde analisi ad Acque del Chiampo spa.
«Gli 803 nanogrammi per litro sono un dato che si è rivelato frutto di un errore. Le analisi effettuate da un laboratorio terzo hanno mostrato la presenza solo di 87 ng/l di Pfoa (a fronte di un limite di legge di 500 ng/l) e 4 ng/l di Pfos (il limite di legge è di 30 ng/l).
Gli stessi esiti si sono avuti per un ulteriore campione prelevato in data 22 maggio. Il valore registrato a Montagnana, 91 ng/l di somma tra Pfos e Pfos, è inferiore anche al limite fissato in Germania, di 100 ng/l, oltre che enormemente inferiore al limite di 530 ng/l della Regione Veneto. La somma degli altri Pfas (il dato che va rapportato agli 803 oggetto di polemica, ndr) nel campione analizzato risulta di 239 ng/l, quindi meno della metà rispetto al limite più restrittivo della Regione, che è di 500 ng/l. Le analisi effettuate dimostrano ancora una volta che non esistono particolari situazioni di allarme per l’acqua che esce dai rubinetti di Montagnana».
Le medie sono più alte di altri Comuni veneti - e non a caso Montagnana è tra i 21 Comuni inseriti nella fascia d’emergenza - ma non superano i limiti di legge. Sottolinea Piergiorgio Cortelazzo, presidente di Cvs: «Raccomandiamo ai cittadini di rivolgersi a chi ha la competenza per affrontarla. Ogni utente è libero di far eseguire le proprie analisi e di rivolgersi a qualunque laboratorio. Ma a fronte di risultati anomali, sarebbe meglio evitare di procurare allarmi e preoccuparsi invece di verificare il dato».
Si accoda il sindaco Loredana Borghesan: «Come privata cittadina speravo in un errore, ma come sindaco sono stata fin da subito molto scettica rispetto al dato allarmante diffuso in consiglio comunale. Le analisi "fai da te" magari producono dati eclatanti che fanno guadagnare le prime pagine dei giornali, ma non sono attendibili. È accettabile alimentare questo clima di catastrofismo e di allarme non giustificato, creando delle vere e proprie psicosi nell’opinione pubblica? Procurare allarme in modo ingiustificato oltre a essere un reato, è contrario ai principi di serietà, non è etico e nemmeno morale».
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