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L'Ordine dei medici indaga sui dottori anti-vaccino

Padova, diversi casi già segnalati. La Regione Veneto fa la mappatura degli asili

2 minuti di lettura

PADOVA. L’Ordine dei medici di Padova sta conducendo accertamenti su alcuni professionisti segnalati come anti-vaccinisti.

Nessun fascicolo è stato ancora aperto, ufficialmente, ma il presidente Paolo Simioni ha tutta l’intenzione di dare pieno corso al diktat ministeriale che impone di sanzionare i medici che vanno contro gli interessi della sanità, pubblica e privata.

Sul medesimo solco, inizia a muovere i primi passi la delibera regionale che prevede uno screening sulle vaccinazioni in tutte le comunità infantili (asili e materne) utile a formulare una valutazione di “sicurezza” della scuola. «Dove il livello di “scopertura” risulterà importante» annuncia la dottoressa Francesca Russo, direttore del Dipartimento regionale di Prevenzione, «sarà segnalato all’autorità sanitaria, all’Usl di competenza, ai pediatri fino al sindaco. A un bimbo non vaccinato potrebbe essere interdetta l’iscrizione a quella scuola».

Un giro di vite cui fa eco la radiazione, non esecutiva poichè il provvedimento è stato impugnato, del dottor Roberto Gava, iscritto all’Ordine di Treviso ma con ambulatorio anche a Padova.

«Non è in corso una caccia alle streghe» sottolinea il professor Simioni, «non stiamo reagendo a ondate mediatiche. Viviamo in una regione in cui il livello di salute è eccellente, ma sarebbe sbagliato dare per scontato che quello che abbiamo viva di luce riflessa: la salute è un bene che va perseguito e coltivato».

Le considerazioni arrivano a margine del convegno, promosso dallo stesso Ordine dei medici di Padova, sul tema “Vaccinarsi conviene-Comunicazione in ambito vaccinale nell’era del web”.

Se da una parte, infatti, c’è l’aspetto strettamente scientifico che entra nel dibattito fra vaccinisti e anti-vaccinisti, dall’altro un ruolo cruciale è giocato dall’informazione.

«Purtroppo in questo caso parliamo di disinformazione» sottolinea il professor Simioni, «come Ordine lanciamo un forte appello ai nostri medici affinchè non trascurino il dialogo con il paziente. Purtroppo ci rendiamo conto che il mito della super efficienza spesso rischia di far trascurare il rapporto umano e questo allontana il paziente dal medico, minando la fiducia anche sulle cure. E si prende per buono tutto ciò che passa su internet. Il convegno di oggi come i diversi corsi di formazione che stiamo promuovendo, hanno come obiettivo proprio quello di condividere canali efficaci di comunicazione medico-paziente».

«La lotta alla disinformazione» ha sottolineato il direttore del Dipartimento Malattie infettive del Ministero della Sanità Paolo D’Ancona, «ed è giusto che si risponda con atti istituzionali, non possono bastare prese di posizione mediatiche».

Il professor Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità ha illustrato i primi risultati di uno studio su scala nazionale che valuta l’impatto delle vaccinazioni

«Quelle contro poliomelite e tetano, introdotte nel ’64 e ’63, hanno evitato 50 mila morti. I contagi evitati sono stati duemila per difterite, 180 mila per poliomelite, 200 mila pertosse e 600 mila parotite».

Ora la battaglia è rivolta al morbillo: «Quest’anno si sono registrati oltre due mila casi, quando la malattia doveva essere eradicata nel 2015. Prima del vaccino il morbillo faceva 300 morti l’anno. Non si tratta di fare il tifo per i vaccini» conclude Rezza, «ma di non lasciare che una minoranza numericamente infima ma assai “rumorosa” vanifichi decenni di prevenzione».

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